Prigioniero N° 125403: storia verissima del partigiano Umberto Fiorenzoni

“Grazie nonnino Berto, il racconto della tua vita ci ha fatto comprendere l’orrore della guerra con gentilezza”. “Il messaggio della testimonianza è quello di cercare di restare sempre liberi, anche se non è facile, ci vuole coraggio! Bisogna ripensare agli errori commessi, per non ripeterli.” Queste sono riflessioni della classe Vc di via Cesari, scaturite dall’incontro organizzato dall’Anpi Pratocentenaro tra gli alunni e le alunne e Ilaria Quaranta, nipote del partigiano Berto (Umberto) Fiorenzoni. Anche la classe Va di via Passerini ricostruisce questa esperienza: Ali ricorda che il giorno 25 aprile è chiamato Festa della Liberazione e Marta che l’Anpi è l’associazione Nazionale Partigiani d’Italia di cui fanno parte anche ragazzi e ragazze, uomini e donne per ricordare quello che è successo tanti anni fa. Giulia, Miriam e Samuele spiegano che “sono venute nella nostra scuola la figlia e la nipote di un partigiano per raccontarci la storia di Bert che ha salvato il suo villaggio dal drago Adolfito”. “Il drago dava fuoco a tutte le case”, e “viene sconfitto con le parole magiche Coraggio e Libertà”, perché “Bert è stato coraggioso e forte, anche se è stato per tanto tempo in prigione”, aggiungono Ken, Nensy e Kirsten. “Questa storia è bellissima, e ci ha emozionato e commosso” dichiarano Kurt, Kevin, Jurgen, Jacopo e Nour. Anche perché “la storia è vera ma trasformata in fiaba per i ragazzi e i bambini. Bert è un personaggio immaginario, ma la storia di Berto è accaduta veramente, come la guerra contro il fascismo”, precisano Miriam, Gabriele, Samuele, Kurt, Kristian. “La sua storia mi ha fatto sentire responsabile e generosa”, commenta Marta. Nour ha molto apprezzato quando Ilaria ha raccontato la storia vera del nonno e ha spiegato il motivo della scelta di diventare partigiano. Mohamed ha chiesto: ”Ma dove hanno trovato il coraggio?” e Ilaria ha risposto che l’hanno trovato scegliendo la cosa più giusta da fare. E Mohamed riflette: “Quindi con un piccolo gesto, lui e le altre persone come lui hanno compiuto un grandissimo gesto.” “Per due volte ho temuto che finisse male: quando i tedeschi catturano lui e il suo gruppo e alcuni vengono uccisi e quando viene deportato a Mauthausen. Poi però ho provato contentezza ” si rasserena Samuele. “Quando venivano catturati non dovevano dire i nascondigli, così nonno Berto si è preso una botta di sedia sulla testa” “gli hanno tirato una sedia” e allora “ho provato tristezza quando il nonno è stato picchiato”, perché “penso che essere rinchiusi e maltrattati sia un’esperienza terribile”, osservano Ye, Jacopo, Sofia G. e Sofia C. “Ho riflettuto molto su questa storia di coraggio e libertà: come fu iniziata la seconda guerra mondiale? Perché se non avevano fatto niente le persone venivano portate via e ammazzate?” si chiede Jurgen e Gabriele conclude che “questa storia affascinante non va dimenticata ma raccontata”, “perché è utile e spiega tante cose”, secondo Kevin. “Parole come libertà e antifascismo oggi come ieri sono molto attuali in quanto si assiste sempre di più ad una società individualista e poco accogliente. Venire a parlare nelle scuole è come gettare un piccolo seme per tenere vivi e attuali i principi su cui si fonda la Costituzione italiana” e “coraggio e libertà sono due parole che ci danno speranza di vivere meglio”: queste le conclusioni di Ludovica e Giulia. E un’interessante conclusione sono due dei tanti bellissimi acronimi che hanno ideato i ragazzi e le ragazze della Vc di via Cesari: Libertà/Insieme al/Bene/È/Riappacificare la/ Terra grazie/A noi Capendo/Ora/Riusciremo/A/Guarire/Guerre/Incomprensibili/Oggi. Grazie a tutte le classi, a tutte le insegnanti e a Sonia, Ilaria e Rossella, compagne di viaggio!
Donata Martegani (per Anpi Pratocentenaro)