Cinema a scuola: il progetto “Scatola magica. diritti, azione!”

I cortometraggi realizzati nei mesi scorsi dai bambini e dai ragazzi della scuola primaria “Muratori e Menotti Pio” e dalle secondarie di I grado “Franceschi” e “Tommaseo” hanno vinto un bando indetto dal Ministero dei Beni Culturali e dal Ministero dell¹Istruzione per la promozione del linguaggio cinematografico nelle scuole. Hanno infatti trattato temi riguardanti il rapporto tra il mondo dell¹adulto e quello dei ragazzi, con particolare riferimento all’argomento della migrazione e dell¹abbandono, fino alla creazione di sistemi di organizzazione della società ispirati alla democrazia, all’autarchia, all’anarchia, all’autocrazia e alla dittatura. Uno degli obiettivi del progetto è stato di favorire la collaborazione tra diverse realtà che operano nel territorio, superando i confini amministrativi imposti dalle zone a cui le scuole menzionate appartengono (Municipio 2 e Municipio 9). Proprio in quest’ottica è stato siglato un accordo di rete tra Ic Locatelli-Quasimodo (nella persona del dirigente R.A. Peri) e Iv. Franceschi (nella persona della dirigente P. Gajotti) e Mic (Museo Interattivo del Cinema). La partecipazione al bando è frutto dell¹operosa fantasia di un gruppo di docenti quali Amendola, Bonfilio, Carlucci, De Gregori, Felici, Ferlazzo, Musso, Soro e della collaborazione dei Dsga (Direttori dei Servizi Generali e Amministratitvi) Fotia e Scivoli. Alla realizzazione del progetto hanno prestato la loro professonalità Alice Pecoraro, Ozlem Mizgin Onder e Manuela Pursumal del Centro Orientamento Educativo, Irene Quartana del Teatro Officina, lo scrittore e sceneggiatore, direttore artistico Giorgio Arcari (Il Grafema), Camila Borò e Giovanna Volpi (registe del MIC), Licia Punzo (referente delle attività del progetto per il MIC), Daniele Trupia (esperto di teatro coadiuvato dalla docente Elena Rimoldi), Carlo Nicita e Cinzia Aldeghi (responsabili colonne sonore). “La scatola magica. Diritti, Azione!” – è questo il titolo del Progetto – ha prodotto tre cortometraggi: tre storie e tre generi cinematografici che parlano di modelli sociali, immigrazione e accoglienza. “Tutta colpa di un trasloco” è stato realizzato e curato dalla scuola primaria Muratori Menotti Pio; “Mayland” dalla secondaria di I grado Tommaseo e “Sotto la luna” dalla scuola secondaria di I grado Franceschi.
Abbiamo incontrato il prof Roberto Carlucci, docente di Lettere alla Scuola Tommaseo, nonché referente del progetto, il quale è esperto in didattiche inclusive quali lezione partecipata, scrittura creativa e sceneggiatura, drammatizzazione di episodi legati alla storia, organizzatore di eventi di rilevanza formativa ed esperienziale per gli alunni, partecipante anche al Progetto Cinema a Scuola di Luigi Allori, dal 2014. “L’obiettivo cardine è stato quello di introdurre il linguaggio cinematografico e audiovisivo all’interno della scuola, sviluppando competenze per la lettura critica e la scrittura”, dice Carlucci, “analizzando i temi attraverso la visione di alcuni film di riferimento. I ragazzi sono stati guidati all’analisi del linguaggio usato dai registi per dare voce ai minori, alla ricerca di regole e di una nuova relazione con il mondo”. In che modo avete organizzato il lavoro durante tutto l’anno scolastico? “Sono stati realizzati dei laboratori in cui i ragazzi hanno provato a girare con una macchina da presa, spesso all¹interno del Mic, e hanno raccontato col nuovo linguaggio appreso (piani,campi…) il loro punto di vista sul mondo. È stata messa al centro della riflessione di studenti e docenti la relazione fra adulto e preadolescente; una relazione che sembra oggi più che mai essere messa in discussione da un atteggiamento di conflitto o di rinuncia da parte delle principali agenzie educative: la famiglia e la scuola”. Il lavoro è stato lungo e impegnativo ed è proprio per questo che i ragazzi hanno dimostrato una certa saggezza e si sono confrontati con temi importanti quali la legalità e il rispetto delle regole, l’nclusione e l’accoglienza. Crede che il percorso sia stato fondamentale per la loro crescita? “Assolutamente sì. La prima parte del progetto ha concentrato l’interesse sull’immaginazione di una società in cui gli adulti non fossero presenti e i ragazzi fossero completamente liberi di determinare le regole del loro vivere comune. Ciò li ha portati alla scoperta della necessità del rispetto di regole condivise per il vivere pacifico e anche alla riscoperta del ruolo dell¹adulto, come depositario di un¹esperienza necessaria alla regolamentazione dei rapporti sociali. E’ stato un duro lavoro, ma ricco di soddisfazioni anche per le ricerche e le fonti di ispirazione che hanno trasformato i ragazzi in attori, suggeritori, giornalisti, opinionisti, registi, fonici, sceneggiatori creativi e costumisti di alto livello davanti alla telecamera”.