Coperativa Duecento: approvato il bilancio 2018 La strategia messa a punto l’anno scorso dai soci sta dando i risultati sperati

Lo avevamo scritto negli ultimi due articoli dedicati alla Cooperativa Duecento che il piano predisposto dal CdA, presieduto da Francesco Tripodi, e approvato dall’assemblea dei soci, era lo spartiacque per dare un futuro sicuro alla storica Cooperativa di Abitanti. A che punto siamo? Com’è andato il 2018? Stiamo andando nella direzione giusta? Lo abbiamo chiesto direttamente al Presidente.

Com’è andato il 2018 per per la Cooperativa Duecento?

Il 17/6/2019 si tenuta l’Assemblea Generale dei Soci per l’approvazione del bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2018, che ha chiuso con risultato molto positivo. Aldilà dei numeri, il risultato ottenuto è frutto della scelta fatta dai Soci nella scorsa assemblea e che si è dimostrata vincente, portando la cooperativa fuori da una situazione di stallo finanziario, permettendo alla stessa di poter guardare al futuro in modo ottimistico. Certo c’è ancora molto da fare, ma possiamo sostenere che il peggio è passato, senza però abbassare la guardia.

E per quanto riguarda l’intervento del Borgo che non pochi mugugni ha suscitato?

Possiamo affermare che questo progetto, nonostante le molte perplessità di alcuni soci e non solo, si è rivelato un intervento di alta qualità e crediamo che, in un periodo di grande difficoltà e di crisi come quella che ha attraversato il nostro Paese in questi anni, riuscire in 24 mesi a chiudere le assegnazioni, sia veramente un fatto eccezionale, ma non casuale. La cooperativa e tutti i suoi collaboratori, ai quali va un sentito ringraziamento, hanno dimostrato che la serietà, la professionalità e la grande disponibilità, consentono di realizzare risultati che alle volte sembrano irraggiungibili.

Come vede il futuro di Duecento e più in generale delle cooperative in un contesto così particolare qual’è Milano?

Pensando al futuro, in questo momento, con ciò che sta accadendo nel mondo e nel nostro Paese, non ci è consentito di essere ottimisti come è giusto che sia e che ci saremmo meritati dopo tutti gli sforzi fatti. Immaginare e programmare un futuro come lo abbiamo immaginato e sperato per noi, per le generazioni future, per i nostri figli, quando prevale l’arroganza, la violenza, l’ingiustizia, l’ignoranza, la povertà e le guerre, diventa difficile. Ma noi per fortuna operiamo in una oasi felice. Tutti gli indici, confermano che Milano, unico caso in Italia, registra segnali positivi, in particolare nel settore immobiliare ove sono previsti importanti investimenti, anche in quello destinato all’affitto, grazie anche alle scelte operate dalla Giunta che governa la città. La popolazione è in crescita e il bisogno di casa aumenta, seppur con aspetti nuovi. Non arrivano più i contadini dalla campagne per lavorare a Milano, ma studenti, ricercatori, insegnanti, e altre categorie che hanno bisogno di una casa per un periodo limitato. E poiché sono un inguaribile ottimista, ritengo che le cooperative dovrebbero saper dare risposte alle nuove domande di casa anche mediante l’adeguamento delle proprie mission. Questo permetterà, come è sempre stato nei primi 150 anni di storia del nostro mondo, di garantire un futuro alle nostre cooperative. In conclusione la nuova cooperazione mutualistica che accetta la sfida della modernità e la persegue per essere un motore di cambiamento e giustizia sociale del Paese. “Cambiare l’Italia cooperando”.