Il “Piano Quartieri” di Niguarda presentato ai cittadini

Una rivoluzione dai tempi della copertura del Seveso
Il Partito Democratico di Niguarda, dopo un lungo processo di analisi delle opinioni dei cittadini, (questionari e raccolta di firme ad esempio sulla questione dell’asfalto della via Ornato, dialogo con le associazioni e le realtà del quartiere) ha raggiunto il culmine della sua azione ospitando un incontro martedì 25 luglio con gli assessori per la presentazione del famoso “Piano Quartieri” di Niguarda. Malgrado il caldo soffocante la serata ha visto una partecipazione massiccia di persone (la maggior parte delle quali probabilmente entrava in una sede di partito per la prima volta) al punto che la pur capiente sala del Circolo non è stata sufficiente e alcuni si sono dovuti accomodare sul marciapiede con le loro sedie, una cosa mai vista. Ma, d’altra parte, il tema proposto era di grande interesse: una vera rivoluzione per il quartiere, forse l’intervento più incisivo e profondo dai tempi della copertura del Seveso.


Gli assessori invitati erano due, Pierfrancesco Maran, all’Urbanistica, e Marco Granelli, ai Trasporti e viabilità. Purtroppo la concomitanza della riunione di Consiglio comunale per l’approvazione del nuovo piano tariffario Atm ha impedito a Granelli di essere presente e si è fatto rappresentare da Matteo Bianchi, un componente del suo staff, al corrente di tutto e preparato a fondo sul tema. Maran quindi ha cominciato a illustrare il progetto, partendo però da una considerazione. Il Comune ha deciso di affrontare di petto il problema delle periferie in seguito ad alcuni studi che evidenziano quanto attrattiva stia diventando la nostra città, al punto che la sua popolazione pare abbia già superato il milione e quattrocentomila unità e nei prossimi due anni ci si aspetta una ulteriore crescita di altre 55.000 persone, prevalentemente giovani, prevalentemente single, prevalentemente a basso reddito, quindi studenti universitari o neoassunti. Ci si aspetta pertanto un grave problema abitativo: servono 55.000 piccole abitazioni (mono e bilocali) in affitto e con canoni bassi. Il Comune non può certo mettersi a costruire tutte queste case. Non solo devasterebbe il territorio, ma anche volendo non riuscirebbe mai a approntarle in tempo per far fronte alla necessità. Il piano quindi è decentrare il più possibile, contando sul fatto che le molte abitazioni periferiche sfitte possano far fronte all’emergenza abitativa, rendere le periferie vivibili e attrattive, ridando loro quell’ “anima” caratteristica che avevano prima di diventare dormitori. Sono stati citati diversi esempi: di come la ristrutturazione della piazza di Dergano sia stata la prima notizia apparsa sui giornali nazionali con la parola “Dergano” nel titolo da quando venne uccisa una coppia in quel quartiere 35 anni fa. E di come il mercato immobiliare di Dergano si sia improvvisamente risvegliato: coloro che vorrebbero abitare all’Isola, ma non ne hanno i mezzi, hanno cominciato a considerare Dergano come una “propaggine” dell’Isola e la case sono andate a ruba. In negativo invece l’altro esempio: di come gli appartamenti a Villa San Giovanni, l’ultimo quartiere di Milano prima di Sesto lungo viale Monza, siano meno richiesti e quindi meno costosi di quelli di Sesto Marelli. Eppure a Villa San Giovanni c’è una fermata metro esattamente come a Sesto Marelli, ma pare che la gente vada più volentieri a vivere in un posto conosciuto, con un carattere, una personalità e una riconoscibilità che a Villa San Giovanni non viene attribuita. A Niguarda, invece, carattere e personalità non fanno difetto, ma certo l’assenza di un vero centro del borgo non aiuta. E così, approfittando di due eventi concatenati, lo sblocco del progetto edilizio sul terreno della villa Trotti della cooperativa Abitare e il prossimo centenario (nel 2023) dell’incorporazione del comune di Niguarda in Milano, si è deciso un intervento radicale, che coinvolge urbanistica, verde, viabilità e trasporti pubblici.
• Il quartiere nel verde Il primo obiettivo di questo “Piano Quartieri” niguardese è “Il quartiere nel verde” e prevede interventi per implementare e migliorare la connessione ecologica del Parco Nord, poi la riqualificazione dell’area verde di via Guido da Velate, la riprogettazione della via Racconigi, con la creazioni di nuovi spazi nell’area verde per le attività all’aria aperta. Poi altro verde è previsto nell’area della ex caserma Mameli, per non parlare del nuovo giardino a fianco dell’intervento della cooperativa Abitare al posto della villa Trotti.
• Avvicinare i quartieri con i trasporti pubblici La seconda direttrice dell’intervento ha come parola d’ordine “Avvicinare i quartieri” e consta di diversi interventi viabilistici, come il prolungamento della linea tranviaria 7, che collegherà il quartiere con le metro 5 (Bicocca), 3 (Affori centro), 1 (Precotto) e 2 (Gobba) passando da via Racconigi, via Maiorana e dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Niguarda. È prevista anche una pista ciclabile lungo viale Fulvio Testi e un’altra accanto al nuovo percorso della linea 7 per via Racconigi. Si ipotizza anche una modifica del percorso dell’autobus 41 per collegare Affori col centro di Niguarda. L’idea che sta dietro a questi interventi è che non si possa più solo realizzare un trasporto pubblico a raggiera, tra centro e periferia, ma che sia necessario collegare i quartieri tra di loro, senza la necessità di transitare dal centro. Si pensa infatti anche di usare le infrastrutture ferroviarie per realizzare una “circle line”, una linea che colleghi ad anello i quartieri periferici tra di loro, approfittando delle stazioni ferroviarie esistenti e della rete delle metropolitane. Che la città diventi “multicentrica” e che lavoro, servizi, opportunità vengano decentrate in modo che ci si possa sentire pienamente cittadini milanesi anche vivendo in periferia. Nel quartiere di Niguarda, come vedremo, sono previsti ampi spazi per la mobilità pedonale e aree con limite a 30km/ora. È contemplata anche una dotazione semaforica intelligente per la linea 4, al fine di accelerarne la velocità di percorrenza.
• Un quartiere contro le piene del Seveso Un altro capitolo dell’intervento va sotto il nome di “Un quartiere resiliente” e consta di una serie di azioni di prevenzione e mitigazione delle piene del Seveso. Oltre alle vasche di laminazione, di cui “Zona Nove” ha già scritto innumerevoli volte, si prevede anche un intervento per la rigenerazione delle vasche di contenimento in via Valfurva e la conseguente riqualificazione dello spazio pubblico.
• La ricucitura del centro storico Ed eccoci quindi all’aspetto forse più eclatante di tutto l’intervento, chiamato “La ricucitura del centro storico”. Si tratta di riqualificare la via Ornato con nuovi elementi di arredo urbano che impediscano la sosta selvaggia sui marciapiedi e agevolino la pedonalità, con vantaggio anche per gli esercizi commerciali. E poi un importante intervento nel centro di Niguarda, con la completa riprogettazione della piazza Belloveso, con la ipotesi di renderla completamente pedonale o in alternativa di lasciare una corsia per il transito automobilistico, e le importanti novità sulla viabilità della via Passerini. Si vuole infatti mettere in connessione le principali funzioni pubbliche e le principali attività commerciali, religiose, sociali e culturali del quartiere. Il tutto che deve fondersi armonicamente col progetto della cooperativa Abitare sul terreno della villa Trotti con la nuova piazza e il nuovo giardino. Il progetto è radicale, ambizioso, ma non irrealizzabile, visto che i costi previsti non sono fuori portata, e porterà un cambio sensibile nel nostro modo di vivere il quartiere. Certo, rimangono fuori molti aspetti importanti, primo fra tutti il problema della piscina Scarioni, ma anche largo Rapallo e le questioni legate al depuratore, ma certo non ricordiamo un tale sforzo progettuale da parte del Comune, pur con la collaborazione della cooperativa Abitare. Dopo tanto lamentarci perché le periferie si sentivano abbandonate a sé stesse, qualcosa finalmente si muove. Ora, un conto è progettare e ben altra cosa è realizzare, ma senza progettare di sicuro non si può realizzare nulla.