La prima donna a fare un lavoro da uomini

Matilde Serao, giornalista e scrittrice come il marito, Edoardo Scarfoglio fu definita da Giosuè Carducci la più forte prosatrice d’Italia e Benedetto Croce le riconobbe una fantasia limpida e viva. Matilde nasce a Patrasso (Grecia) il 7 marzo 1856 da Francesco Serao, avvocato e giornalista napoletano che aveva sposato una nobile greca, Paolina Borely. Ragazzina molto vivace, respira fin dall’adolescenza l’odore del piombo, che a quei tempi serviva per la stampa; infatti, il padre la portava con sé in redazione. Imparò tardi a leggere e scrivere ma, appena quindicenne, pur senza titolo di studio, per la sua notevole intelligenza venne ammessa come uditrice alla Scuola Normale “Eleonora Pimentel Fonseca” a Napoli e in poco tempo riuscì ad ottenere il diploma di maestra. L’anno seguente abiurò alla religione ortodossa per il cattolicesimo. La vocazione letteraria non tardò a divenire importante per lei. Iniziò con brevi articoli per un quotidiano, poi proseguì con novelle e racconti. Lasciò quindi Napoli per Roma, dove collaborò a un settimanale scrivendo di tutto. Nel 1883 il suo primo romanzo, “Fantasia”, la rende famosa. Conosce quindi Edoardo Scarfoglio con cui nel 1885 si sposa. Nascono 4 figli. Insieme fondano un quotidiano, “Il Corriere di Roma”, che non avrà vita facile per poi aprire “Il Mattino” di Napoli ma in quei tempi dovette affrontare un periodo amaro sia per la salute che per il tradimento del marito. Ma è nel 1903 che entra nella sua vita un altro giornalista, Giuseppe Natale, e con lui a fianco fondò e diresse – prima donna nella storia del giornalismo italiano – un nuovo quotidiano “Il Giorno”. Si distinse per le sue battaglie pacate e poco polemiche e riscosse un gran successo. Dall’unione con Natale nacque una bimba che Matilde volle chiamare Eleonora, in segno di stima per la Duse. Dopo la morte di Scarfoglio (1917) la Serao sposò Giuseppe Natale e, morto anche il secondo marito, rimase sola con la medesima vitalità per il suo lavoro giornalistico e letterario. Matilde morì a 71 anni, a Napoli, il 25 luglio 1927, colpita da un infarto mentre era intenta a scrivere. Lascia uno sterminato elenco di titoli. Per la sua epoca è stata definita una “ribelle” perché scrisse molto sulle donne. Pur non potendo ancora essere definita femminista!