Morti per amianto alla Scala: continuano le testimonianze dei lavoratori

Il processo finalmente è entrato nel vivo, sono cominciate le testimonianze dei lavoratori della Scala e mercoledì 17 luglio c’è stata un’accesa discussione in aula tra il giudice, il pm e i legali di parte civile, durante la testimonianza di un lavoratore del Teatro, nel processo che vede imputati i vertici del Piermarini per la morte di una decina di persone che avrebbero respirato, secondo l’accusa, fibre di amianto prima delle bonifiche dei locali Ricordiamo che il processo vuole accertare le responsabilità penali di quei dirigenti che non hanno prevenuto l’esposizione dei lavoratori all’amianto, causando quindi morti e malattie gravi. Prima delle testimonianze i lavoratori hanno ricordato che il loro pensiero va sempre ai colleghi morti e malati, affermando ³per noi un dovere morale lottare per ottenere giustizia². Durante le testimonianze in aula hanno raccontato i fatti da loro vissuti in prima persona, con particolari agghiaccianti alla luce delle gravi conseguenze sulla salute di decine di lavoratori. Hanno parlato del ³sipario², manufatto di m 17×12, costituito di fibre di amianto friabile che disperdeva in continuazione fibre d¹amianto a ogni suo movimento, e che anche gli spettatori, per anni, ne hanno respirate le fibre. I testi hanno raccontato nei particolari come è stato “smontato” il sipario nel 1992: con flessibili , senza protezioni, a mani nude. Elettricisti, vigili del fuoco e meccanici hanno usato per anni coperte di amianto friabile per evitare incendi provocati dal surriscaldamento dei proiettori di luce sulle scene, e alcuni di loro si sono ammalati e sono morti. E ancora che anche gli spettatori hanno appoggiato le braccia nei palchi sulle coperte dove a fianco erano sistemati i proiettori roventi durante gli spettacoli, e che l¹amianto era presente in tutti i locali. Dalle testimonianze è emerso anche un dato epidemiologico inconfutabile: in nessun Teatro italiano si sono verificati tanti decessi e malattie asbestocorrelate come alla Scala di Milano. Ormai come ha dimostrato la scienza medico-legale, inalare polveri di amianto favorisce i processi cancerogeni, li determina e li accelera. L¹intera penisola italiana è percorsa da una silenziosa e strisciante tragedia, cosparsa di lacrime e sangue, ma i colpevoli continuano nella maggior parte dei casi a rimanere impuniti per la prescrizione o altri cavilli legali. Il giudice Mariolina Panasiti ha interrotto più volte i testi e ha invitato in modo acceso il pm Maurizio Ascione e gli avvocati di parte civile a fare domande precise a un teste affinché “non parli a ruota libera², perché “Non abbiamo aule, e non si può fare parlare i testimoni a ruota libera”. Nonostante la giudice Panasiti abbia cercato di ridimensionare le testimonianze dei lavoratori che confermavano precisi atti documentati dal pm, gli avvocati di parte civile hanno difeso i testi dal fuoco di fila delle domande pretestuose degli avvocati degli imputati e da certi comportamenti del giudice. Il processo continua, ma intanto purtroppo si allunga anche la lista dei lavoratori ammalati e dei morti d¹amianto, in attesa di una giustizia che è sempre più lontana.