Progetto Mameli: le proposte dell¹Osservatorio. si parte nel 2020?

“Il 2020 dovrebbe essere l’anno di inizio dei lavori di attuazione del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex caserma Mameli di viale Suzzani.” Queste le parole di Giancarlo Tancredi, direttore Area Pianificazione Tematica e valorizzazione aree del Comune di Milano, comunicate al numeroso pubblico presente all’incontro tenutosi di recente presso l’Auditorium Teresa Sarti Strada di viale Ca’ Granda che ha avuto come tema “Bicocca, Niguarda e Pratocentenaro: popolazioni, servizi e bisogni. – Una ricerca sociologica sulle risorse del territorio”. Ricordiamo che il progetto sull’area di viale Suzzani prevede, su una superficie totale di 101.000 mq, una destinazione per metà a superficie edificabile e verde privato (in parti uguali edilizia libera e edilizia residenza sociale) e per l’altra metà a spazi e servizi pubblici con una superficie assegnata a parco in misura del 30%. E proprio l’oggetto di discussione dell’incontro è stato “quali po trebbero essere i servizi da realizzare sulla parte ad uso pubblico”. La serata, condotta da Claudio Antonelli dell’Osservatorio Mameli, è stata aperta da Giampaolo Nuvolati, direttore del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università Bicocca, che ha sottolineato come il sistema universitario, oltre alla normale funzione didattica, debba essere sempre più aperto al territorio e alle sue esigenze e che i servizi di uso pubblico, oltre ad essere disponibili, devono essere soprattutto facilmente accessibili ai cittadini. Sebastiano Citroni, Docente di sociologia dell’Università Bicocca ha introdotto la ricerca effettuata da Damiano Volenterio laureando magistrale in Analisi dei Processi Sociali. Volonterio ha spiegato che il suo studio si è concentrato, oltre che sulle prospettive di utilizzo dell’area della ex-Caserma, anche sulle potenzialità e sulle mancanze del territorio soprattutto rispetto alle funzioni ad uso pubblico, con cui si intende l’insieme delle risorse, sia di tipo materiale che immateriale, che il sistema dei servizi o delle realtà attive sul territorio mettono a disposizione della popolazione. La ricerca si è articolata in tre fasi distinte: definizione del territorio dal punto di vista dei suoi confini amministrativi, caratterizzando l’area in termini storici e delle trasformazioni morfologiche più recenti; prospettiva demografica del territorio attraverso lo studio della popolazione, sia “diurna” che “notturna” e delle proiezioni per i prossimi venti anni; selezione e mappatura delle principali funzioni pubbliche. L’analisi è stata inoltre effettuata osservando separatamente i due nuclei di identità locale) della nostra zona: Niguarda-Cà Granda-Pratocentenaro- Bicocca. Dai dati del 2017 (fonte Comune di Milano) è emerso come il Nil di Niguarda con circa 37 mila abitanti sia tra i più popolosi di Milano (densità pari a 8655 ab/km2) e caratterizzato prevalentemente da popolazione adulta. L’età media è di 47 anni, la classe d’età 45-54 anni raccoglie da sola il 16% della distribuzione della popolazione e circa il 36% dei nuclei famigliari è rappresentato da over 65. Il Nil di Bicocca è invece decisamente meno popolato e meno esteso: i suoi abitanti sono circa 8.500, distribuiti su un’area di 1,5 km2, per una densità pari a 5.695 ab/km2. Il quartiere ha inoltre una popolazione più giovane, età media pari a 40 anni, con la categoria 25- 34 decisamente più consistente che nel caso di Niguarda-Cà Granda, in quanto da sola contribuisce al 15% della distribuzione. In relazione agli obiettivi che si propone l’Osservatorio Mameli molto significative sono le proiezioni sulla popolazione per i prossimi vent’anni. I valori negativi del saldo naturale e del saldo migratorio fanno propendere ad una decrescita della popolazione del Nil di Niguarda-Cà Granda. Il quartiere dovrebbe scendere nel 2037 a 33.000 residenti, con un tasso di decrescita pari al 10% con due picchi significativi nella distribuzione della popolazione: fascia di età giovani/intermedie (25-44) e poi il picco principale rappresentato dagli anziani (65-74). Anche riguardo le proiezioni per i prossimi vent’anni il comportamento di Bicocca differisce da quello di Niguarda-Cà Granda, mettendo in luce le diversità che caratterizzano il territorio considerato. Bicocca presenta nel 2017 saldi migratorio e naturale positivi. In questo scenario la popolazione dovrebbe crescere da poco meno di 9.000 a poco più di 10.000 residenti nei prossimi venti anni, con un tasso di crescita pari a circa il 17% e un alto picco di distribuzione nelle fasce intermedie. Molto interessante il dato relativo ai pendolari, la popolazione che quotidianamente raggiunge o lascia i quartieri per motivi di lavoro o studio. Spiccano subito i circa 20 mila soggetti che entrano ogni giorno in Bicocca contro i 13 mila di Niguarda – Cà Granda. Questi risultati, per quanto facciano riferimento a dati del 2011, propendono per l’ipotesi secondo cui i due quartieri differiscono per essere l’uno, Bicocca, particolarmente attrattivo di popolazione urbana (l’Università degli Studi di Milano-Bicocca nel 2017 contava 33.143 studenti, 794 professori e 697 unità di personale tecnico-amministrativo di ruolo) che si muove per corrispondere ad esigenze di lavoro o studio (+16.737 nel saldo di mobilità sistematica), viceversa l’altro, Niguarda-Cà Granda, più propenso ad essere un origine piuttosto che una destinazione (-1.900 nel saldo). Dopo la presentazione della ricerca di Volonterio è stata la volta di Claudio Antonelli che ha presentato le indicazioni progettuali dell¹Osservatorio Mameli per una trasformazione dell’area dell’ex caserma che abbia come obiettivo un miglioramento dei servizi alla persona e una migliore vivibilità, capace di superare le “paure” che, nelle zone periferiche della città, si sono sviluppate in questi anni. Lo spazio della Ex Caserma Mameli è proprio al centro dei due Nil trattati nella ricerca ed è una grande opportunità come possibile fattore di sviluppo, così come lo sono l’Università Bicocca, l’Ospedale di Niguarda e il Parco Nord. Per quanto riguarda l’università, la proposta è quella di costruire uno studentato a canone equo per coprire la richiesta di alloggi; la presenza dell’Ospedale si articola invece sulla realizzazione di residenze sociali a favore di degenti e famigliari e di una struttura polifunzionale medica che riduca la pressione sul Pronto Soccorso e favorisca una migliore assistenza specialistica ai cittadini direttamente sul territorio. Nell’area dell’ex Caserma Mameli potrebbe anche trovare spazio una scuola di arti e mestieri che, oltre a creare nuove opportunità di lavoro per i giovani, rinvigorirebbe la presenza sul territorio di esercizi di vicinato, negozi al dettaglio e manifatture artigiane. Infine, la creazione di uno spazio verde collegato al Parco Nord in modo da costituire nel quartiere una spina dorsale verde.