-M Allora, caro coautore interista, pronto ad affrontare la nostra diciassettesima stagione di “Zona Nove Derby”?

– L Diciassette? Ma no, dai, impossibile…

– M Certo, amico mio. La nostra rubrica è iniziata nel settembre 2003 (con un articolo intitolato “Dieci buoni motivi per tornare a San Siro”) e quindi, se la matematica non è un’opinione, a luglio abbiamo completato la sedicesima edizione.

– L Certo che ne è passato di tempo.

– M Ahimè… Tu figurati che noi casciavitt avevamo appena vinto la sesta “coppa dalle grandi orecchie” battendo la Juventus ai rigori a Manchester e in quella stagione ci saremmo aggiudicati lo scudetto con Carletto Ancelotti in panchina.

– L Calciopoli non era ancora scoppiata…

– M E noi già scrivevamo su “Zona Nove”. I nostri venticinque lettori – tanto per citare l’immortale don Lisander – dovrebbero darci un premio fedeltà.

– L Come minimo. Ma come mai questo inizio rivolto al passato?

– M Devo dirtelo? Perché quando il presente mi mette tristezza preferisco guardare indietro. Non per niente insegno Geo-Storia…

– L Oddio, un milanista depresso!

– M Eh sì, un cicinin. È da anni, ormai, che iniziamo un campionato sapendo che non ne saremo protagonisti, e per chi è cresciuto con Rocco e Rivera ed è diventato adulto con Sacchi e Van Basten non è facile ingoiarlo. Lo so che il tifoso deve sempre essere ottimista, che la propria squadra è una Fede… Ma non riesco a non essere realista. I nostri nuovi acquisti sono dei “signori nessuno” e il nostro nuovo allenatore è un filosofo: dimmi tu come potrei sorridere.

– L Però dicono che sia bravo, un maestro del calcio.

– M Niente contro di lui, ci mancherebbe. Speriamo in bene, ma adesso come adesso è un punto di domanda. La partita più importante che ha vissuto è Sampdoria-Genoa… Lo sai quanti esoneri ha avuto? E poi, saprà gestire lo spogliatoio, la pressione che grava su un allenatore del Milan? Vero che è un profeta del “bel gioco” e che così si inserisce nella nostra tradizione (al contrario di quella di altre squadre, e lo sottolineo), ma per farlo ci vogliono dei buoni interpreti e temo che non li abbiamo. Impossibile far suonare Mozart a dei principianti. Anzi, dannoso. Perché rischi di prendere un contropiede a partita e di perdere sempre 0-1. Ecco, non vorrei sentire, a ogni fine gara, frasi del tipo: “Abbiamo perso ma l’importante è che abbiamo giocato bene”.

– L Ti sento sfiduciato.

– M Be’, mica abbiamo comprato Godin, Barella, Sensi, Lukaku e non ricordo chi altri. E poi in panchina non abbiamo uno come Conte che, per riprendere il discorso di prima, non importa come ma vince sempre. Ma su questo so di toccare un tasto dolente, come si capiva dall’ultimo nostro articolo. Certo che siete strani, voi interisti. Odiate la Juve e poi, appena potete, ne comprate ex allenatori e dirigenti.

– L Ti prego, non infierire nel mio tormento quotidiano. Come già scritto ho gioito per quel galantuomo di Trapattoni ed ho tifato anche per Tardelli, sia come giocatore che come allenatore. Il passato di Conte e Marotta è invece, almeno per me, difficile da accettare.

– M Comunque, contento della campagna acquisti (come si diceva una volta)?

– L Ottimi acquisti, non ci si può per niente lamentare. Gli oltre 70 milioni spesi per Lukaku li avrei però impiegati per l’acquisto di un grande centrocampista offensivo, confermando Icardi al centro dell’attacco.

– M A proposito di Icardi come andrà a finire la telenovela, secondo te?

– L Come scritto sul numero di Giugno credo che ahimè finirà alla Juve.

– M Bene, allora salutiamo i nostri venticinque lettori e ci aggiorniamo dopo il derby. Sinceramente, firmerei un pareggio.

– L Bando alle scaramanzie. I favoriti siamo noi e dobbiamo vincere!