All’Hangar la meraviglie della foresta amazzonica

La mostra “A leaf-shaped animal draws the hand” (Un animale a forma di foglia disegna la mano), ospitata fino al 19 gennaio all’Hangar Bicocca, è indubbiamente molto coinvolgente per l’ambientazione, la varietà delle opere e le tematiche affrontate da Daniel Steegmann Mangrané (vedi foto), artista di origine spagnola dal 2004 residente a Rio de Janeiro. Entrando nello Sched, abitualmente buio, si viene piacevolmente colpiti dalla luminosità della luce naturale che penetra dai lucernari e si diffonde sui pannelli in leggerissimo tessuto bianco trasparente creati ad hoc per dividere lo spazio dell’Hangar in varie aree proteggendo e nel contempo rivelando i lavori esposti. Venti opere realizzate dal 1998 ad oggi, acquerelli, disegni, sculture, fotografie, installazioni, video e realtà virtuali coinvolgono il visitatore in una avvincente esperienza sensoriale e fisica e nella loro peculiarità offrono molteplici prospettive sulle tematiche centrali della produzione di questo artista. Affascinato da sempre dalla biologia e dalla foresta tropicale attraverso i suoi lavori Daniel Steegmann Mangrané investiga la dialettica tra uomo e natura, tra natura e cultura, fa riflettere sulle connessioni tra il mondo vegetale, animale e umano, sulla complessità, la fragilità e l’instabilità degli interi ecosistemi del pianeta, in modo particolare quello della Mata Atlantica, una delle zone più ricche del Brasile dal punto di vista della biodiversità oggi seriamente in pericolo. Non siamo semplici spettatori della natura noi umani ma parte integrante della stessa e possiamo comprenderlo a fondo attraverso l’esperienza che ci offre “Phantom”, una delle opere più intense presenti in mostra, una replica tridimensionale in bianco e nero della foresta pluviale nella quale, indossato un visore, ci troviamo proiettati. Tutto intorno, in alto e in basso verso i piedi, vediamo solo piante e vegetazione ed è come sentire annullata la nostra presenza fisica, vedere smaterializzarsi il nostro corpo “dissolti in un ambiente sensibile”. La connessione tra il mondo animale, quello vegetale e l’uomo e il concetto di esistenza e visibilità sono alla base di molte delle opere presenti. Tra queste il grande terrario in cui piante e arbusti convivono con diverse specie di insetti stecco e insetti foglia che attraverso la capacità di mimetizzazione possono diventare invisibili apparendo come vegetali ma è il loro lento movimento a dare vita allo spazio circostante e a instaurare la relazione con lo spettatore sorpreso e affascinato dalla loro presenza. Una mostra questa prima personale di Daniel Steegmann Mangrané in Italia, molto godibile che, spaziando tra natura e tecnologia in modo realistico ma anche poetico, offre spunti di riflessione su argomenti quanto mai attuali.

Hangar Bicocca – via Chiese 2 – giovedì-domenica 10-22 ingresso libero – tel. 02 66111573