“Di niguardite si ammalano molti medici” Intervista al neo direttore generale Marco Bosio

Marco Bosio dal 1° gennaio 2019 ricopre il ruolo di Direttore Generale dell’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (Asst) Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, subentrando a Marco Trivelli.
Direttore, può presentarsi brevemente ai nostri lettori?
Sono un medico, specializzato in Igiene e Tecnica ospedaliera. Subito dopo la laurea ho iniziato a lavorare presso le Direzioni Strategiche di varie aziende ospedaliere lombarde e nell’ambito della Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia, occupandomi delle attività di verifica del sistema qualità del servizio sanitario regionale. Successivamente ho ricoperto l’incarico di Direttore Sanitario dell’Irccs San Matteo di Pavia, dell’ospedale di Desio e Vimercate e del Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Nel 2016, con la riforma del sistema sanitario lombardo, sono stato nominato Direttore Generale della nuova Ats Città Metropolitana di Milano, con il compito, tra gli altri, di dare attuazione ai progetti metropolitani previsti appunto dalla riforma. Dal 1° gennaio 2019 ho l’onore di dirigere il Niguarda di Milano.
Abbiamo letto sul giornale dell’Ospedale questa sua dichiarazione: “È stato emozionante entrare il primo giorno ed è uno stimolo continuo poterci lavorare tutti i giorni. In questi mesi ho potuto apprezzare quello che fino al 1° gennaio avevo solo sentito dire: Niguarda è un ospedale accogliente dove le persone trovano delle risposte che in altri luoghi non riescono ad avere, dove i professionisti sono abituati a trattare casi complessi e dove il lavorare insieme diventa un valore aggiunto”. Cosa ha di tanto speciale il “nostro” nosocomio?
Ho avuto la fortuna di conoscere e lavorare in molte realtà diverse. Devo dire che la cosa che rende speciale Niguarda, e che colpisce tutti coloro che arrivano qui, è la passione e il forte senso di appartenenza che i professionisti provano nei confronti dell’ospedale. Ho imparato che si chiama “niguardite”… una specie di malattia di cui “si ammalano” in molti…Tutto questo credo che sia speciale, appunto, e che contribuisca poi a molti dei risultati che Niguarda negli anni ha raggiunto. Tutte le persone che lavorano in questa struttura, sanitari o amministrativi, hanno ben in mente che il nostro fine principale è quello di dare assistenza e cura ai nostri pazienti e questo conduce il nostro vivere quotidiano.
La cittadella sanitaria di Niguarda è cambiata molto negli ultimi anni. Tanti dei vecchi padiglioni sono stati dismessi e sono stati costruiti due nuovi monoblocchi che hanno portato a un cambio radicale nella gestione del paziente e nel modo di lavorare. Quali sono le prossime sfide da affrontare per rimanere un’eccellenza nel panorama regionale e nazionale?
I cambiamenti del contesto in cui viviamo, sia economici che epidemiologici, indubbiamente richiedono alle Strutture un grande impegno per poter continuare a rispondere alle necessità dei pazienti e ai loro bisogni emergenti. Anche Niguarda deve saper far questo, cercando al contempo di mantenere e potenziare la propria identità di ospedale dedicato in modo particolare al trattamento di patologie ad elevata complessità. E farlo non solo nella fase acuta di una malattia, ma riuscendo davvero a “farsi carico” delle persone anche quando lasciano il presidio ospedaliero. Per questo è necessario attivare una rete di collaborazioni anche con gli altri attori del percorso, a partire dai medici di medicina generale, il primo riferimento di un paziente e dalla sua famiglia.
Come in tutte le realtà lavorative avrà riscontrato qualche criticità o ambito su cui lavorare per migliorare ancora di più le risposte che ogni giorno fornite alle persone che si rivolgono alla struttura ospedaliera. Ci può dare qualche spunto?
Niguarda è un punto di attrazione per tanti pazienti che vengono da tutta Italia. Da una parte non è facile dare risposte a tutti e quindi abbiamo qualche criticità sui tempi di attesa. Su questo ci stiamo lavorando cercando di essere più “snelli” nelle nostre procedure e creando partnership con il mondo esterno. Anche sui sistemi di accoglienza ci sono margini di miglioramento. Il progetto di informatizzazione che stiamo predisponendo con la possibilità di prenotare e pagare il ticket da casa o in casse automatiche prima di fare la visita renderà più semplice accedere alla struttura ospedaliera.
10 ottobre 1939-10 ottobre 2019: Niguarda compie 80 anni. Una cifra di tutto rispetto che è un punto di partenza non certo di arrivo. L’“Ospedale del Perdono”, così doveva chiamarsi originariamente, ne ha fatta di strada in questi otto decenni. Ci elenca le tappe più significative di questo percorso di vita e quali iniziative avete messo in cantiere per festeggiare questo importante compleanno?
Sì, 80 anni fa, il 10 ottobre 1939, il nostro Ospedale accoglieva il suo primo paziente, la signora Luigia, affetta da colecistite acuta. Nato come “costola periferica” del Policlinico di Milano, in questi “primi 80 anni”, che si intrecciano con la storia, la cultura e l’evoluzione del sapere medico italiano, Niguarda ha saputo crescere e rinnovarsi, affrontando importanti trasformazioni strutturali e organizzative che lo hanno reso un ospedale di riferimento regionale e nazionale. Fin dalla sua origine l’ospedale ha rappresentato un modello di qualità e innovazione in campo medico nel contesto regionale e nazionale. È indiscusso, infatti, il contributo che in questi 80 anni i professionisti dell’ospedale hanno saputo dare in vari settori per il progresso delle cure e della medicina. Solo per citare alcuni esempi, è stato fatto a Niguarda il primo intervento a “cuore aperto”, il primo impianto di pacemaker in Italia, e si è raggiunto il record di 2000 trapianti di fegato (vedi a pag. 4, ndr). Fu aperta qui la prima Divisione di Chirurgia Toracica, la prima Neurorianimazione e con la Divisione di Oncologica Medica Falck, nasceva una fra le prime oncologie mediche ospedaliere in Europa. I primati di questo luogo sono moltissimi. E proprio per celebrare la sua storia e tutti i professionisti durante i prossimi mesi verranno promosse una serie di iniziative. Si parte con “La Festa di Niguarda” del 28 settembre, poi abbiamo due giornate di prevenzione in due luoghi pubblici della Città e una serata conclusiva, aperta a tutti, al Teatro Dal Verme di Milano il 21 ottobre. Non solo, abbiamo indetto anche un concorso di scrittura creativa…
Per conoscere tutte le iniziative basta seguire la pagina facebook “Niguarda80”