A Teatro con Gigi Riva, Paolo Rossi e… Monna Lisa

Un omaggio al grande Gigi Riva, “poeta realista del calcio” come lo definì Pierpaolo Pasolini, è il primo spettacolo di novembre al Teatro della Cooperativa. I ricordi e le parole di Alessandro Lay, autore e interprete del testo, ci restituiscono una bellissima fotografia di questo campione amato non solo per le straordinarie capacità sportive ma anche per le sue grandi doti di umanità e correttezza. Inserito nella rassegna Cioni Mario la prima milanese “Riva Luigi ‘69 ‘70- Cagliari ai dì dello scudetto” riporta alla memoria la figura di questo mito e uno spaccato degli anni settanta visti attraverso gli occhi di un bambino di 8 anni, come era Lay all’epoca in cui la squadra del Cagliari, che Gigi Riva non lasciò mai nonostante offerte prestigiose, vinse il titolo di campione d’Italia. Dal 12 al 17 novembre ci attende un’altra prima milanese “Così parlò Monna Lisa”, testo e regia di Antonio Piccolo che insieme a Stefania Ventura e Melissa Di Genova è anche uno degli interpreti. Irreale, divertente e fantastica la vicenda vede come protagonisti Monna Lisa, l’enigmatica dama ritratta da Leonardo che nel quadro si materializza e prende vita, Celestina figlia di Vincenzo Peruggia autore nel 1911 del celebre furto della Gioconda, e il direttore del Louvre. I tre, spalleggiati da altre opere parlanti, sono decisi a proteggere i tesori del Museo. Siamo infatti a Parigi, precisamente nella notte del 1940 in cui i nazisti stavano per invadere la città e il dialogo surreale dei tre personaggi è chiaramente un pretesto per analizzare, mettere a confronto la punta più alta dell’essere umano rappresentata in questo caso dal genio leonardesco contro la bassezza dell’uomo della guerra impersonata da Hitler, lo spirito del Rinascimento contro il buio dei nazionalismi e del razzismo. L’ultimo spettacolo del mese “Allenamento col pubblico – per un teatro illegale a senso inverso”, è una produzione del Teatro della Cooperativa di e con Paolo Rossi, “un commediante – come egli stesso si definisce – che recita con il pubblico e non al pubblico”. Quelle dal 22 novembre al 1 dicembre saranno serate uniche, irripetibili e a renderle diverse sarà proprio il pubblico chiamato a dialogare su vari temi tra cui quello politico, perché afferma Paolo Rossi “quando la politica diventa un teatrino il teatro deve diventare un Parlamento”. I tre spettacoli di novembre permettono una riflessione sulla potenza della pace e la bestialità della guerra, sui valori della cultura, della solidarietà, dell’apertura all’altro contro gli odi, gli egoismi, la prepotenza.