Ciao Angioletto/2: Leonardo! Aiutaci a capire com’è potuto succedere e che cosa dobbiamo fare per impedire che accada ancora

“Eadesso vorrei sapere, come sarebbe il mondo, se tutto quanto fosse spostato di un secondo” cantava Masini qualche anno fa! Sì, proprio un secondo, quello che a volte basterebbe per evitare tragedie o catastrofi ma che passa talmente in fretta da non riuscire più a tornare indietro per cambiare il corso degli eventi. La morte del piccolo Leonardo è una vicenda buia e agghiacciante che riguarda tutti noi, una storia che sembra ancora irreale, non facile da accettare, accaduta in una scuola aperta e all’avanguardia, ricca di insegnantieducatori e di un’associazione genitori molto presente e collaborativa. Tanti “se” e tanti “ma” travolgeranno ancora le mille domande sorte per cercare di dare una risposta adeguata, indipendentemente dalla sentenza che verrà proclamata dopo la conclusione delle indagini. Si tratta di omissione di sorveglianza? Di fatalità? Di mancanza di sicurezza nelle scuole? In linea teorica lo studente deve essere sempre vigilato, da quando varca il portone di scuola al momento in cui esce. È un obbligo contrattuale, che vale sempre, ma a volte il personale non basta. Sono circa 130 mila i collaboratori scolastici in Italia, circa uno su ogni 60 alunni. Dovrebbero essere almeno 30 mila in più! E a volte, anche per questo, ci sono gli incidenti, che purtroppo non è sempre possibile prevenire! Indipendentemente dalle regole scritte, meno del 50% delle scuole italiane è realmente sicura. Lo dicono i rapporti di Legambiente e Cittadinanzattiva, lo conferma il presidente dell’associazione nazionale prèsidi, Antonello Giannelli, che per fare il punto sugli edifici scolastici parte da una considerazione: “In Italia gran parte degli istituti è vetusta: hanno strutturalmente elementi che mettono a rischio la sicurezza di docenti e studenti. Sono datati, costruiti con canoni poco moderni. Se ad esempio la scuola di Milano dove è caduto il bambino non fosse stata vecchia, non avrebbe mai ospitato a un terzo piano studenti così piccoli. Le scuole dovrebbero essere tutte a piano terra, soprattutto quelle dell’infanzia e le primarie”. Detto ciò, per un dirigente scolastico affrontare il tema della sicurezza è uno degli impegni più gravosi, tanto più che è personalmente responsabile, anche penalmente, di cosa succede e deve barcamenarsi tra certificazioni e controlli. Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti rifletteva: “Quando tragedie del genere accadono in un contesto sotto finanziato per troppo tempo, con strutture non sempre a norma, insegnanti che hanno troppi studenti e personale spesso insufficiente, non si può fare a meno di pensare che si sarebbero potute evitare”. E ancora: “Essere oggi un dirigente scolastico o un docente espone le persone a responsabilità che non sono accettabili”. La morte di Leonardo è una disgrazia immane, pochi secondi hanno spezzato una tenera vita. C’è sempre qualcosa che sfugge quando il destino entra in scena; qualcosa che sarebbe potuto essere ma non è stato. Una maestra ammette: “Gli alunni sanno andare al bagno da soli fin dalla prima elementare. C’è la commessa assegnata al piano e ha esperienza, ma se in quel momento non sta lì o ha altre classi da seguire e loro hanno l’urgenza, non c’è altra soluzione che mandarli comunque, senza sorveglianza”. “Per me sorvegliare le bambine e i bambini significa crescere assieme a loro”, scrive Paolo Limonta, consigliere comunale di Milano e maestro della scuola primaria, “significa osservarli, scrutarli, capirli, consolarli, rimproverarli, coccolarli; significa giocare, discutere, parlare, ridere e piangere con loro; significa occuparsi esclusivamente di uno di loro che manifesta una particolare sofferenza mentre gli altri continuano a vivere le loro esperienze scolastiche; significa renderli autonomi nella costruzione di un proprio pensiero critico e nella gestione degli spazi che hanno intorno a loro, dentro e fuori la scuola, per farli crescere liberi di scegliere quale sarà il loro futuro. Io credo che sia necessario non lasciare sole le maestre e la commessa della scuola Pirelli perché per me il reato di omessa sorveglianza applicato a maestre e commesse è assurdo. L’unico reato per me concepibile in una scuola dovrebbe essere quello di omesso amore. Ma di questo non si devono occupare i tribunali”. Alla famiglia di Leonardo viene espresso un sommesso e profondo cordoglio dall’Amministrazione Comunale di Milano, dal Municipio 9 e dalla redazione di “Zona Nove”. “Nel momento delle tragedie si cerca sempre di capire le responsabilità”, dice l’assessore municipale all’Educazione e all’Istruzione Deborah Giovanati, “E da mamma di bambini dell’etá di Leonardo penso a questi genitori, alle mille domande irrisolte che avranno nella testa. A loro esprimo tutta la mia vicinanza umana e di tutta la comunitá del Municipio 9. Tutto questo non doveva accadere. Bisogna lavorare ancora tanto per la scuola. La scuola é il luogo in cui i nostri figli devono formarsi, diventare grandi e dovrebbe essere il primo punto di interesse di ogni agenda politica. Come Municipio 9, per l’ambito che ci compete di distribuzione dei fondi per il diritto allo studio, abbiamo aumentato il fondo con le risorse a nostra disposizione. Ogni bambino e bambina devono essere la nostra priorità. La famiglia di Leonardo ce lo ha chiesto al suo funerale”. Anche don Giuseppe Buraglio, che ha celebrato il funerale del piccolo Leonardo, dice che quello che possiamo fare in questo momento,è stare accanto alla famiglia, in qualsiasi modo si potrà o come loro vorranno. C’è un’unica speranza che un sacerdote può trasmettere ai genitori devastati: ‘Lui vi sta aspettando, sta bene, è al sicuro e un giorno vi ritroverete, laggiù sulla terraferma che s’intravede all’orizzonte’. Nel frattempo i genitori, il giorno del funerale, hanno mostrato con un nobile gesto la loro grande generosità: un foglio accanto al libro delle firme di condoglianze, proponeva di devolvere eventuali offerte a un ospedale. nel nome di Leo.