Come la democrazia ha vinto sulla barbarie

Animata e vivace lezione di Storia alla Gelateria Caffè Artis, in via Adriatico, per la presentazione del secondo volume de “Il racconto della guerra giusta (La vittoria della democrazia 1943-1945)” di Pierluigi Raccagni. Una iniziativa dell’Anpi, sezione Martiri Niguardesi, che ribadisce come sia importante, soprattutto in un periodo come l’attuale, conoscere la storia dell’avvenimento che più ha segnato il secolo scorso. Utile per capire cosa è successo veramente, senza interessate revisioni, in quegli anni bui e perché la Repubblica italiana è nata antifascista. Anche se oggi non sembra vero. Basti pensare, ad esempio, ai numerosi e continui insulti alla senatrice a vita Liliana Segre in quanto “insistente su un tema ormai obsoleto” (testuali parole pubblicate in un commento su facebook). Oppure ai raduni di nostalgici a Predappio dove, tra saluti romani e inni fascisti, pochi giorni fa si è sentito urlare “Non siamo gli imbalsamatori del passato ma gli anticipatori del futuro”. C’è di che preoccuparsi. Aveva ragione Nuto Revelli (ufficiale alpino in Russia, comandante partigiano e poi scrittore) a ritenere che l’Italia non ha mai fatto, come avrebbe dovuto, i conti con la propria Storia e quindi un fascismo potrebbe sempre rinascere e distruggere lo stato di diritto, la democrazia e le sue leggi. Il libro di Raccagni parte da Stalingrado, dove per la prima volta dal 1939 una grande armata tedesca è accerchiata e sconfitta (“Un campo di concentramento per prigionieri di guerra armati”), analizza tutti gli sviluppi della guerra fino alla sconfitta definitiva dei Paesi dell’Asse. Passando ovviamente – ed è quello che più ci tocca da vicino – dallo sbarco degli Alleati in Sicilia nel luglio 1943 con tutto quello che ne seguì per l’Italia e quindi per i nostri nonni e padri nei successivi due anni: la guerra in casa, i bombardamenti, la distruzione di case e fabbriche, la fame, la disperazione, le deportazioni ma poi anche la Resistenza e la Liberazione. La discussione si è confrontata anche con la realtà di oggi. Con un riferimento particolare alla recente risoluzione sulla memoria storica del Parlamento Europeo che ha equiparato, con grande superficialità, i mali del nazifascismo con quelli del comunismo e ha ipotizzato come causa della guerra il patto Molotov- Ribbentrop del 1939. Un assoluto falso storico. Su questa risoluzione anche l’Anpi ha ufficialmente espresso forte contrarietà e preoccupazione. Ecco perché è fondamentale, anche con la lettura di un libro come questo, evitare che vengano minimizzate le tragedie provocate dal nazismo e del fascismo.