Il regista Andy Field ha incontrato i bambini della Passerini

Le maestre Laura Reggi,Maria Russo, Chiara Bianchi
La quarta B della Scuola Primaria le prime due settimane di ottobre ha intrapreso un viaggio nel futuro. Grazie alla grande esperienza e alla sensibilità del regista inglese Andy Field, gli alunni della classe sono riusciti ad immaginare come potrebbe essere la nostra Milano tra trenta, sessanta e novant’anni. Gli stimoli visivi, uditivi e cognitivi proposti da Andy in modo ludico hanno innescato nei bambini degli incredibili processi creativi e la loro mente è riuscita a volare al di là dei confini del tempo e della realtà contemporanea. Ogni giorno Andy presentava loro nuove problematiche che, nonostante i limiti dovuti alla loro tenera età, s’incanalavano in profonde riflessioni su Milano e sulla vita. Tutti gli alunni della classe, dai più spavaldi ai più timidi, sono riusciti a esprimere il meglio della loro fantasia e a tradurlo in pensieri che sono stati registrati e in seguito utilizzati durante l’evento conclusivo che si è tenuto sabato 19 e domenica 20 ottobre presso l’hotel Blaise and Francis, con la partecipazione di un pubblico interessato. Sulla terrazza situata al tredicesimo piano di quell’hotel, ogni alunno ha incontrato un adulto, diverso in ogni performance, e ha intavolato con lui un dialogo intelligente, mirato anche ad immaginare in prospettiva quello che potrebbe avvenire nella nostra città nei prossimi novant’anni. Ogni bambino seguiva una traccia prestabilita, ma la conversazione poteva spaziare da domande personali a temi esistenziali e ambientali. Davanti ad un panorama spettacolare, gli adulti partecipanti all’evento ascoltavano le registrazioni, dialogavano con i piccoli protagonisti e alla fine erano invitati a lasciare loro un messaggio per il futuro. In seguito i bambini hanno ricordato i messaggi che più li hanno colpiti: “Cercate di essere felici, perseguite la gioia!” “Futuro, voglio prendermi cura di te!” “Le persone dovrebbero parlare di più.” “Cercate di essere voi stessi.” “Sorridere sempre!” “Cercate di rispettare l’ambiente e di aiutarvi a vicenda.” “Cerchiamo di trovare la bellezza di parlare guardandoci negli occhi” “Tutte le persone dovrebbero amarsi!” Noi insegnanti siamo rimaste piacevolmente sorprese per la concentrazione e la serietà cui i ragazzi hanno affrontato questo impegno, in particolare per la facilità che hanno avuto nel relazionarsi con adulti sconosciuti. Il fatto che questa esperienza sia stata guidata da un artista che parla solo inglese ha contribuito anche ad arricchirli dal punto di vista linguistico. Vogliamo a questo punto ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a rendere possibile tale realizzazione: le famiglie degli alunni che ci hanno sostenuto fin dal primo momento, la dirigenza della scuola di via Passerini che ha approvato e favorito questo progetto e le colleghe che hanno partecipato all’evento insieme al pubblico. Un ulteriore, caloroso ringraziamento va allo staff di Zona K e alla responsabile Federica Di Rosa che ci hanno scelto tra tutte le scuole e classi di Milano e che hanno fattivamente contribuito alla buona riuscita dell’iniziativa, in ogni sua fase.
• Zona K e Andy Field “Lookout” di Andy Field è un “teatro degli incontri”, come il regista stesso lo ha definito, un’occasione di un dialogo tra un bambino e un adulto che non si conoscono ma che vivono nella stessa città. È la prima volta che succede a Milano: “Lookout” è stato in giro per il mondo e ha raccolto le voci e le idee di molti altri bambini ma adesso ZONA K, (associazione culturale che nasce a Milano nel 2011 come spazio culturale dedicato allo scambio tra diverse discipline artistiche e culturali, e che ospita adesso eventi e azioni di teatro, cinema, danza, musica, arti visive, con particolare attenzione alle espressioni contemporanee e riflessioni sul presente) lo ha voluto qui, a raccontare questa città e a rafforzare anche un altro incontro, quello tra una realtà teatrale che lavora da anni sulla sperimentazione di diverse forme di teatro partecipato e una scuola, l’Istituto Comprensivo Locchi, con cui si è creata una forte sintonia sugli intenti e sulle modalità di lavoro. La performance nasce dopo due settimane di workshop con la IV^B di via Passerini, dove le maestre Laura e Maria hanno accompagnato il progetto con quella cura che ha permesso ai bambini di sentirsi allo stesso tempo protetti e liberi di esprimersi. “Lookout” è un’esperienza unica, uno sguardo sul presente e sul futuro, una storia che comincia ogni volta con una domanda semplice: “Ciao, mi chiamo Leonardo e ho nove anni. E tu, come ti chiami?” “Qual è il tuo messaggio per il futuro?”. chiede Ksenia che ti guarda e si sistema i capelli, biondi e lunghissimi, e che poi aspetta il tempo di cui hai bisogno per trovare una risposta che non ti faccia fare brutta figura davanti a lei, nove anni,e l’aria di chi a quella risposta ha già pensato. Annota su un taccuino le tue parole e ti lascia ad ascoltare l’ultima traccia audio con le voci di tutti gli altri bambini: “Mi chiamo Victor, ho 99 anni e mi chiamo Cristian, Adam, Alessandra, Briana, Sabrina, Davide D., Anna, Arame…” Resti da solo a guardare Milano dall’alto di una terrazza e quello che senti sono le loro idee per il futuro della città. “Sarà davvero così tra 90 anni?” Hai appena chiacchierato per venti minuti con uno di questi bambini, ma non sei stato tu a guidare la conversazione. È stato Davide C., che ti ha fatto vedere dove abita: “Laggiù… ma casa mia non si vede da qui, è a Niguarda”. Oppure Francesco, che vorrebbe “andare a San Siro prima che lo buttino giù”. O Matteo, che ti guarda come se volesse metterti alla prova e spara: “Quale esperienza ti piacerebbe rivivere?”. O Federico che vuole diventare uno youtuber, Yamal che vuole fare “27 domande”, Olivia che non è agitata perché ha già “esperienza come attrice” o magari Rahul, che ha trovato oggi il coraggio di parlare con una sconosciuta: “Che cos’hai fatto nella tua vita per Milano?”.
Federica Di Rosa, ZONA K