Vasca laminazione Parco Nord: accolto anche il ricorso del Comune di Bresso

Il 31 ottobre la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Bresso annullando la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, che ne aveva bocciato il ricorso sulla “Via” (Valutazione di impatto ambientale) delle acque del Seveso nella vasca di laminazione, nel settembre 2017. E così, come lo scorso agosto per il Super Condominio di via Papa Giovanni XXIII, la Suprema corte rifila un secondo ceffone al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche accogliendo l’istanza del Municipio bressese dichiarando la sua legittimità ad agire contro l’invaso artificiale da 250mila metri cubici nel Parco Nord. E così si ricomincia da capo o quasi con l’iter burocratico per realizzare o non realizzare questo invaso. Come per la precedente sentenza non si sono fatte attendere le voci dei favorevoli e dei contrari all’invaso. Di certo questa situazione non sta portando alla risoluzione del problema delle esondazioni del Seveso, lasciando Niguarda, Pratocentenaro e Cà Granda in balia delle bizze climatiche. E ora? L’iter amministrativo ripartirà dal Tribunale Superiore che sarà chiamato ad esprimersi nel merito dell’impatto ambientale che la costruzione della vasca, con l’acqua del Seveso quando è in piena, provocherebbe sulla salute delle duemila persone del Super Condominio di via Papa Giovanni XXIII. A proposito di acqua inquinata, che è poi il fulcro di questa battaglia fatta a suon di carte bollate, ci piacerebbe capire che fine ha fatto l’inchiesta della Procura di Milano sugli scarichi abusivi che stanno ammazzando il Seveso, di fatto trasformato in una condotta fognaria. E ci piacerebbe sapere quali altri progetti hanno in serbo Comuni, Regione le altre Istituzioni coinvolte per ridare un po’ di dignità alle acque del nostro fiume. Rammentiamo che siamo sotto procedura di infrazione comunitaria perché non bonifichiamo le acque di molti corsi d’acqua tra cui il Seveso. Chiaramente questa sentenza della Cassazione è una vittoria per il Comune di Bresso, come ha sottolineato anche il sindaco Simone Cairo: “Con l’accoglimento da parte della Corte di Cassazione, il sindaco di Bresso è legittimato a ricorrere per tutelare la salute dei suoi cittadini. Tutto il procedimento si riapre. Però desidero che la politica trovi una soluzione a questa situazione: sono disponibile all’apertura di un tavolo di confronto con il Comune di Milano”. Di parere opposto il commento di Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, che su Facebook ha dichiarato: “La cosa più facile quando c’è una esondazione è dare la colpa alla politica. Eppure per il Seveso abbiamo elaborato un piano, condiviso tra tutti gli enti, di vasche di laminazione che riducono drasticamente il rischio di esondazione. Grazie al Governo lo abbiamo finanziato e anche il Comune di Milano, unico comune in Italia, ha contribuito con 20 milioni. Eppure da allora non è successo quasi nulla e oggi una nuova doccia fredda: la Cassazione ha accolto (dopo 3 anni di ricorsi) quello del Comune di Bresso sul fatto che ha titolarità a fare ricorso. Non abbiamo perso nel merito, significa che ora il Tar dovrà esprimersi se le obiezioni di Bresso, che quindi è titolato a far ricorso, sono fondate nella sostanza. Dopo il Tar ci sarà di nuovo, probabilmente, sul merito sia Consiglio di Stato che Cassazione. Se nel merito non abbiamo perso, nella sostanza rischiamo di perdere ancora diversi anni. È una situazione frustrante per i cittadini che subiscono le esondazioni, ma vi garantisco che lo è anche per