Al Teatro della Cooperativa il 2020 inizia ridendo, imparando e riflettendo

• Il nuovo anno 2020 si apre al Teatro della Cooperativa con due spettacoli in prima nazionale: “The dei after” e “Sono bravo con la lingua”, due commedie che, affrontando crisi e problematiche del nostro quotidiano, ci faranno ridere e nel contempo riflettere. Il primo spettacolo,in scena dal 9 al 12 gennaio, prende spunto dalla crisi della figura maschile nella società, la sua perdita di ruolo, il suo senso di inadeguatezza e la paura della vita. Come aiutarlo? Il gravoso compito viene assegnato a tre dèi della mitologia greca, Zeus, Efesto ed Ermes (vedi foto), ma dimentichiamoci totalmente dell’immagine che di loro la letteratura classica ci ha dato, perché quelli che ci troveremo sul palcoscenico sono dèi improbabili, insufficienti e pasticcioni. Il problema posto sembra irrisolvibile tra istanze troppo limitate e proposte illogiche, incoerenti e fallimentari. In un susseguirsi comico di battute, dialoghi serrati, giochi linguistici e incastri di ragionamento miti e certezza del maschile verranno smontati e allora ci chiediamo: perché il maschio, se è vero questo suo fallimento, è ancora il centro di ogni progetto sociale? A noi cercare la risposta. Infine la ciliegina sulla torta: i tre protagonisti di questa piacevolissima commedia, i tre dèi, sono interpretati da tre attrici, Mila Boeri, Cristina Castigliola e Matilde Facheris, un irriverente gioco nel gioco.

• Dal 14 al 26 gennaio avremo l’opportunità di assistere allo spettacolo “Sono bravo con la lingua” di Carlo Turati e Antonello Taurino che ne è anche il regista e l’interprete. Si tratta di un monologo, la confessione di un docente di lingue antiche alle prese con la svolta più impegnativa della sua carriera: trasferirsi in un’azienda hi-tech della Silicon Valley. Attraverso le parole del professore ci troviamo a vivere un divertentissimo viaggio nella linguistica cogliendo le curiosità più gustose e interessanti delle varie lingue usate nel mondo. Ma con lui ci troviamo anche a chiederci: dove ci porteranno gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, della Linguistica Computazionale? Quali sono le scoperte più recenti della neurolinguistica? Con lui scopriamo che niente è più umano del linguaggio e che le tecnologie più innovative e gli scienziati più esperti sono ben lontani dal poter eguagliare ciò che succede nel cervello di un bimbo quando impara a parlare. Uno spettacolo veramente stimolante, diverso, serio ma condotto in modo leggero e divertente.

• Gennaio si conclude con uno dei cavalli di battaglia di Renato Sarti, autore del testo e regista, “I me ciamava per nome 44.787- Risiera di San Sabba”. Il 27 del mese, il Giorno della Memoria, lo spettacolo sarà messo in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano per poi tornare al Teatro della Cooperativa dal 28 al 2 febbraio. Il testo si basa sulle testimonianze, raccolte dagli storici triestini Marco Coslovich e Silva Bon, dei sopravvissuti dell’unico lager nazista dotato di forno crematorio in Italia, la Risiera di San Sabba a Trieste. Parliamo quindi di un testo che al valore artistico in sé aggiunge il pregio di farci conoscere una delle tante tragedie italiane della seconda guerra mondiale volutamente o meno taciute e dimenticate per molti decenni. “I me ciamava per nome” ci dà una visione dal di dentro di quei terribili avvenimenti e ci fa capire che la memoria storica di quel passato ci può offrire una lettura più attenta e consapevole del nostro confuso, ingarbugliato e insicuro presente.