Con gengiviti si classificano tutti quei fenomeni che si manifestano con infiammazione a carico delle gengive. Le gengiviti si classificano in due tipi: di origine orale (intra-orali), e quelle con origine al di fuori della bocca (extra-orali). Quelle di origine orale si distinguono nel tipo con “cause non chiaramente identificabili” e in quelle con “cause identificabili”. Queste, per esempio, a seguito di danni ai denti (ad es. carie, masticazione errata) o a seguito di danni alle gengive (da spazzolamento dei denti errato, da scarsa igiene, fumo, da protesi e da lesioni varie). Le extra-orali sono generalmente prodotte da situazioni cliniche o malattie. Ad esempio gravidanza, menopausa, diabete, terapie impegnative e altre cause. Le gengiviti senza cause evidenti sono tra le più rischiose, perché rispetto alle altre non sono la conseguenza di situazioni chiare, che metterebbero in allerta il paziente e l’odontoiatra, che così sarebbe più facilitato nel suggerire i trattamenti più adatti. Per esempio, se è presente alito cattivo o una cattiva igiene, si procederà con sedute di igiene professionale e di spiegazioni su come eseguire l’igiene domiciliare correttamente, e su i rischi nel trascurarla. Oppure, correggere eventualmente le terapie per il diabete che, come abbiamo già anticipato, è una malattia che può avere importanti conseguenze a livello gengivale. Ma da cosa sono causate le gengiviti senza causa apparente? Sicuramente una parte per predisposizione genetica, un’altra parte senza nessuna spiegazione soddisfacente. Quindi situazioni che possono rendere le gengive poco resistenti ai microrganismi presenti nella bocca. Ovvio che se in situazioni come queste si sovrapporrà cattiva igiene o abitudini come il fumo il problema peggiorerà. Infatti, non di rado sono possibili le combinazioni tra i diversi tipi, e cioè che un soggetto già predisposto geneticamente sia fumatore con scarsa attenzione all’igiene. Oppure una donna in gravidanza con predisposizione genetica potrebbe avere più possibilità nel sviluppare gengiviti più gravi. Le gengiviti iniziano con arrossamento da infiammazione che non è detto che porti da subito a sanguinamento e fastidio. Tutto questo può essere sottovalutato anche perché, nelle fasi iniziali, l’infiammazione e il sanguinamento sembrano risolversi con i collutori e dentifrici reperibili in commercio. Per cui, se il paziente non si reca dal dentista per un altro problema o per un controllo programmato, potrebbe subentrare una progressione silenziosa che andrà a interessare l’osso e le fibre che “ancorano” il dente, e si parlerà di malattia del parodonto (parodontopatia o piorrea). Quindi successivamente subentrerà il dolore alla masticazione, fatto che porterà, il più delle volte, a recarsi dal dentista, ma potrebbe essere tardi. A questo punto i trattamenti possibili dipenderanno dal grado di compromissione dell’osso attorno ai denti o se il dente sia ormai mobile. Sebbene oggi siano disponibili trattamenti per curare anche le gengiviti che hanno portato a rendere mobili i denti, quelle con l’osso molto compromesso, nei casi più gravi occorrerà procedere all’estrazione del dente. Chiaramente una soluzione invalidante che prevederà trattamenti più complessi – e costosi – per ripristinare il dente mancante (protesi o implantologia). In conclusione è chiaro che quale sia la natura della gengivite non vada mai trascurata. In particolare, quelle a probabile origine genetica è quella che ancor di più andrà trattata più precocemente, richiedendo trattamenti e una sorveglianza molto più accurati.

Dott. Nunzio M. Tagliavia via L. Mainoni D’Intignano 17/A – 20125 Milano Tel. 026424705 – www.dentalmainoni.it