Le pietre d’inciampo, un Museo della memoria a cielo aperto

Le “pietre d’inciampo” sono sì, in senso concreto, piccole targhe d’ottone (con l’indicazione, oltre al nome, dell’anno di nascita e del giorno e luogo della morte) poste davanti alla porta della casa in cui abitò una vittima del nazifascsmo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera, ma in realtà vogliono mantenere il ricordo di coloro che hanno sacrificato la loro vita per la nostra libertà. L’iniziativa, nata in Germania nel 1992 a cura di Gunter Demnig (foto1), ha fatto sì che ad oggi sono più di 70.000 le pietre posate in tutta Europa e. tra queste, 90 sono quelle deposte a Milano. Nel nostro municipio ne possiamo trovare 5 in memoria di Giuseppe Berna (foto 2) in via Hermada 4, Enrico Pozzoli (foto 3) in Via Farini 5 accanto a quella di Ambrogio Colombo (foto 4), Umberto Chionna (foto 5) in Via Farini 35 e Virginio Rioli (foto 6) in Via della Pergola 1. In relazione alla posa delle targhe, nel 1916 è stato formato un comitato di scopo, denominato “Comitato per le Pietre d’Inciampo-Milano”, il cui Presidente è la Senatrice a Vita Liliana Segre, con l’ambizioso obiettivo di posare da 12 a 24 pietre ogni anno. “Museo della memoria a cielo aperto”, sottolinea Lamberto Bertolè, presidente del Consiglio Comunale di Milano, “occasione per rinnovare l’impegno a ricordare. Lo faremo coinvolgendo i giovani, cercando di contrastare qualsiasi tentativo negazionista o di ridimensionamento delle atrocità di quanto è accaduto e le responsabilità che hanno reso possibile questa tragedia. Ricordare è ancora più importante oggi di fronte al risveglio in Europa, e non solo, di idee, movimenti e nostalgie pericolose”.