Maratona al Niguarda: trapiantati 15 organi a 11 pazienti in 5 giorni Trenta ore di sala operatoria tra Natale e Capodanno

Undici pazienti in attesa di trapianto d’organo sono sfuggiti alla morte grazie a una maratona chirurgica svoltasi presso l’ospedale Niguarda. La lunga seduta operatoria, iniziata il 31 dicembre scorso e conclusasi il 1º gennaio, ha coinvolto oltre 30 professionisti tra medici, infermieri, biologi, tecnici e operatori sociosanitari. In pratica sono stati prelevati in totale quindici organi da quattro pazienti deceduti presso l’ospedale. I donatori avevano un età compresa tra i 19 e gli 81 anni. Uno di loro aveva a sua volta ricevuto un organo prelevato da un paziente deceduto in precedenza. “Quanto accaduto in questi giorni- spiega una nota dell’ospedale- ha avuto di straordinario anche la capacità con cui l’ospedale ha saputo mettersi in moto per poter effettuare tutte le procedure necessarie e quasi 30 ore totali di sala operatoria. Certamente il dolore per la perdita di una persona cara non può essere colmato facilmente, ma decidere di donare gli organi può riaccendere una speranza di vita a chi non ha altre possibilità di sopravvivenza. La donazione implica, infatti, un nuovo modo di concepire i rapporti fra le persone, perché ciascuno diventa responsabile della salvezza di altre vite con un semplicissimo, ma non banale ‘sì’, che è un sì alla vita. La donazione e il trapianto di organi e tessuti costituiscono uno dei progressi più straordinari non solo della terapia, ma anche della solidarietà umana”. Mentre fuori fervevano i preparativi per i festeggiamenti di Natale e del cenone di fine anno, al Niguarda (che lo scorso settembre ha festeggiato il traguardo dei 2000 trapianti di fegato) un’équipe di chirurghi, rianimatori, infermieri, biologi, patologi e tecnici sono stati impegnati in un superlavoro di squadra per far ‘tornare alla vita’ 11 persone. I dati precisi dei trapianti del 2019, eseguiti nell’ospedale milanese, ancora non sono disponibili, ma già rispetto al 2018 si è comunque avuto un leggero aumento del consenso alla donazione e degli espianti effettuati. Ciò indica, continua l’ospedale, “che sta aumentando la sensibilità alla donazione”.