Tutto quello che si deve sapere su Milano e la lotta allo smog Intervista a tutto campo con l’assessore Marco Granelli

Il 2 febbraio a Milano e stata la prima domenica senza auto dal 2013. Apriti cielo: polemiche politiche a non finire e accuse alla Giunta Sala di limitare la mobilità dei milanesi. Ma cosa fa Milano per farci respirare meglio? Ce lo spiega l’assessore alla Mobilità ed Ambiente Marco Granelli.
L’intera pianura Padana è nella morsa degli agenti inquinanti. Cosa sta facendo il Comune di Milano per ridurre quelli prodotti dal traffico? Possono servire i blocchi del traffico?
L’area padana, per conformazione geografica, è soggetta all’accumulo delle polveri sottili. Questo dovrebbe obbligare le Amministrazioni presenti su questa vasta area ad adottare politiche significative a tutela della salute e della qualità della vita di chi ci vive. Per questo a Milano siamo da tempo attivi nell’individuare provvedimenti strutturali – cioè non i semplici stop alle auto in presenza di picchi di smog – che sono stati graduati nel tempo per consentire a tutti di adeguarsi. Le giornate di superamento del valore limite di 50 microgrammi di PM10 per metro cubo nel 2019 sono state 72, meno delle 79 del 2018 e meno delle 97 del 2017. Ma i valori sono ancora distanti dalle 35 giornate stabilite dall’Ue. La concentrazione media di PM10 annua a Milano nel 2019 è stata di 32 microgrammi per metro cubo, meno dei 33 del 2018 e al di sotto del valore medio massimo indicato in 40 microgrammi per metro cubo medio annuo indicato dalla UE. Tutti questi dati indicano un concreto e misurabile miglioramento generale, ma il calo delle concentrazioni inquinanti è ancora insufficiente rispetto agli obiettivi che consentirebbero di raggiungere una sufficiente salubrità dell’aria a Milano e in generale nella pianura Padana. È quindi necessario continuare le politiche e le azioni di contrasto allo smog già attivate e fare di più e in breve tempo. Anche perché gli ultimi dati forniti da Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) sulla composizione degli inquinanti, relativa al 2014, segnalano che il PM10 prodotto nel Comune di Milano è dovuto alla circolazione dei veicoli per il 44% circa e per il riscaldamento per il 25% circa e che l’NO2 è prodotto per il 70% circa dalla circolazione dei veicoli. Proprio per questo abbiamo avviato da tempo azioni strutturali: siamo il primo Comune in Italia ad aver vietato, con Area C, l’accesso in centro, nell’area dei Bastioni, alle auto diesel fino a Euro 4 incluse. Dallo scorso 25 febbraio è attiva Area B, la più grande Ztl europea che delinea, all’interno del perimetro urbano, circa il 72% dell’intero territorio comunale, un’area a basse emissioni inquinanti. Dallo scorso 1° ottobre i diesel Euro 4, già vietati in Area C, non possono circolare in tutta la città. Progressivamente dal 2030 saranno vietati tutti i veicoli diesel. Dopo i primi sei mesi di attivazione di Area B i 15 varchi controllati con le telecamere hanno rilevato una diminuzione di passaggi in ingresso in città di circa il 13% ovvero circa 12.000 transiti veicolari medi giornalieri in meno rispetto agli 89.000 rilevati durante l’ultima settimana di gennaio 2019 quindi possiamo prendere atto di un positivo cambio di abitudini dei cittadini a favore del miglioramento della qualità dell’aria.
Bloccate le auto ma le persone devo spostarsi liberamente. Cosa offrite loro in cambio?
Il trasporto pubblico è la spina dorsale della mobilità sostenibile, nell’area corrispondente alla Città metropolitana di Milano vi sono circa 5,6 milioni di spostamenti ogni giorno. Il 56% avvengono in città e il 44% tra Milano e l’esterno del Comune. La metà degli spostamenti tra Milano e l’esterno riguarda i Comuni della Città metropolitana e la restante parte è prevalentemente relativa all’area della provincia di Monza e Brianza e delle parti più vicine a Milano delle provincie di Lodi, Pavia, Cremona, Varese, Como, Lecco e Bergamo. Nella città di Milano il 46% degli spostamenti abituali è ascrivibile a non residenti. Negli spostamenti in Milano il 30% delle persone usa l’auto privata (nel 2005 era il 38%), mentre in quelli di scambio tra Milano e i Comuni esterni l’uso dell’auto privata sale al 58%, il doppio (nel 2005 era il 62%). Il trasporto pubblico è utilizzato in Milano dal 57% dei cittadini, (era il 51 nel 2005), mentre negli spostamenti di scambio tra Milano e gli altri Comuni rappresenta il 37% (era il 34% nel 2005). Attualmente Milano ha una rete di 4 linee metropolitane estese per 96,9 km, e 4 metrotranvie (4, 7, 15, 31) estese per 30,1 km: in totale 127 km. Il potenziamento delle infrastrutture di mobilità e soprattutto della rete delle metropolitane è una scelta strategica concretizzata sia dalla nuova linea 4, sia con l’individuazione di un piano ampio di prolungamenti. Inoltre i mezzi pubblici che trasportano chi ogni giorno si muove a Milano lo fanno nel 72% dei casi su veicoli elettrici e da qui al 2030 Atm, su impulso del Comune, dismetterà tutti i bus a gasolio. Nel 2018 Comune di Milano, Città metropolitana di Milano e Provincia di Monza e Brianza, attraverso l’Agenzia di bacino per il Trasporto pubblico locale e con Regione Lombardia, hanno realizzato un unico sistema tariffario per l’intera area di competenza dell’Agenzia di bacino e cioè la città metropolitana di Milano e le provincie di Monza e Brianza, Lodi e Pavia.
Il traffico è solo una delle fonti dello smog. Parliamo degli impianti di riscaldamento. Anche qui cosa sta facendo il Comune di Milano per ridurre la produzione di agenti inquinanti?
Sul tema dei riscaldamenti è di questi giorni l’annuncio del Sindaco Sala che nel 2023 saranno messe al bando tutte le caldaie alimentate a gasolio. Anche qui, noi abbiamo avviato e si sta portando a conclusione la sostituzione delle caldaie degli stabili comunali con sistemi di riscaldamento meno inquinanti. Inoltre l’amministrazione ha messo a disposizione 32 milioni di contributi a favore dei cittadini e delle imprese per il ricambio dei veicoli in città e delle caldaie residenziali. Incentivi ai privati anche per passare da un impianto di riscaldamento alimentato da gasolio a sistemi di teleriscaldamento, pompe di calore o pannello solare “Carbon neutral” ma anche la promozione interventi di depavimentazione di aree esterne private, per incrementare la superficie filtrante in città, con un contributo specifico alla realizzazione di tetti e pareti verdi. Fra gli altri interventi, per i quali sono previsti contributi ai privati, quelli sull’involucro dell’edificio (installazione di pannelli solari, fotovoltaici o building automation di impianti termici ed elettrici).
Su quali altri aspetti state lavorando? Lo smog lo si vince se lo si accerchia.
Concordo e infatti cito ad esempio gli interventi per sviluppare le Zone 30, i percorsi ciclabili, le piazze aperte, i percorsi ciclabili: la superficie di aree pedonali a Milano è di circa 613.500 metri quadri, negli ultimi anni queste aree all’interno della Cerchia dei Bastioni sono quasi raddoppiate (erano 388 mila nel 2011). La sharing mobility è una realtà consolidata e comprende flotte di auto, veicoli cargo, scooter elettrici e biciclette e a breve anche di dispositivi di micromobilità elettrici. Sono in corso anche alcune sperimentazioni come il car pooling per offrire la sosta gratuita nei parcheggi di interscambio a chi non viaggia da solo in auto, un’idea che andrebbe diffusa.
Il Comune di Milano fa tanto ma se opera da solo non può vincere la battaglia.
Sarebbe importante poter condividere misure di questo tipo anche fuori dai confini urbani, anche con un coordinamento regionale. Attualmente esiste il Piano di Regione Lombardia che prevede misure di carattere emergenziale, che sono comunque necessarie, ma appare chiaro che, essendo farraginose, non omogenee nel tempo e sul territorio, poco aiutano a risolvere il grave problema dell’inquinamento dell’aria. Secondo noi gli interventi devono essere semplici, strutturali e con una visione a breve, medio e lungo termine per promuovere un cambiamento di comportamenti verso la mobilità sostenibile. Serve rendere più competitivo e accessibile il trasporto pubblico con investimenti strutturali e potenziamento del servizio, servono azioni che promuovano il cambiamento dei veicoli, e cioè la rottamazione di quelli più inquinanti e la loro sostituzione con mezzi più sostenibili maggiori risorse per aiutare cittadini ed imprese ad acquistare veicoli migliori. Questo è quello che Milano sta cercando di fare con Area B e in parallelo a un piano di contributi per i cittadini ed imprese; questa è la strada, differente dall’emergenza.
Inquinamento fa pensare ai rifiuti. Milano qui non ha nulla o quasi da imparare.
Da tempo e quasi non ci si fa più caso ma il cento per cento dei rifiuti urbani milanesi sono avviati a riciclo o a recupero, nessun rifiuto primario viene destinato alla discarica. Nel 2019 Milano ha raggiunto il 63% di raccolta differenziata, posizionandosi al primo posto – insieme con Vienna – tra le metropoli europee con popolazione superiore al milione di abitanti. Amsa, uno dei nostri fiori all’occhiello insieme ad Atm, tiene pulita un’area di 300 Kmq e serve oltre 2,4 milioni di persone: 1.300.000 abitanti e 800.000 city users nella città di Milano e circa 320.000 residenti nei Comuni dell’area metropolitana milanese serviti dall’azienda. I risultati della raccolta differenziata sono diventati misurabili grazie anche al Contatore Ambientale, uno strumento che, grazie a una metodologia messa a punto durante Expo Milano 2015, quantifica i benefici ambientali della raccolta differenziata e di tutte le attività di riciclo e recupero dei rifiuti. Con la raccolta differenziata del 2018 è stato misurato per la prima volta un risparmio di circa 350 mila tonnellate di CO2, 3 milioni di metri cubi di acqua, quasi 2 mila megawatt di energia elettrica. Lo stesso quantitativo consente un recupero equivalente di riprodotti: 14 milioni di felpe, 114 milioni di nuove bottiglie, 3 milioni di chiavi inglesi, 419 milioni di scatole per scarpe, 224 mila panchine, 123 mila armadi e 209 mila caffettiere moka. Inoltre mi piace ricordare che anche la flotta di Amsa è green: nel 2018 sono entrati nel parco aziendale di Amsa 43 nuovi automezzi alimentati a metano dalla capacità di 10 metri cubi per la raccolta differenziata. Salgono così a 146 gli automezzi alimentati a metano destinati alla raccolta differenziata su 313 utilizzati nella città di Milano, ovvero il 47% della composizione del parco Amsa per la raccolta dei rifiuti. Ogni autocompattatore per la raccolta differenziata percorre quotidianamente una media di 50 km per svuotare i cassonetti condominiali per l’umido, la carta o il vetro e ritirare i sacchi gialli per la plastica, oltre 15.000 km all’anno.