CORONAVIRUS/AGGIORNAMENTI Lunedi 30 marzo – Sintomi, procedure e terapie spiegate dal medico di base

Se è vero che quella a cui stiamo assistendo è, come l’ha definita Paola Pedrini, segretario Fimmg Lombardia, la “Caporetto” della sanità pubblica italiana, è ancora più vero che i medici di medicina generale sono diventati veri e propri soldati chiamati a combattere in prima linea la battaglia contro un nemico invisibile ma tenace. “Primo filtro” tra i pazienti e il sistema sanitario nazionale, fonte di informazioni importantissime e (troppo) spesso in balia dell’incertezza normativa, anche in Municipio Nove rappresentano un vero e proprio punto di riferimento per il territorio. In questa intervista abbiamo fatto alcune coniderazioni con il dottor Massimo Siffredi, medico di medicina generale con specializzazione in pneumologia, per capire a chi è bene rivolgersi e cosa bisogna fare in caso di sintomi e positività.
Per iniziare, quali sono i sintomi da Covid-19?
I sintomi principali sono febbre, tosse e sensazione di affanno; altri sintomi che possono presentarsi sono alterazioni del gusto e dell’olfatto, sintomi gastrointestinali, mal di gola e raffreddore associati spesso a una febbricola duratura (anche di 2 o 3 settimane).
A chi si deve rivolgere un cittadino qualora rilevi questi sintomi?
In questi casi il cittadino deve rivolgersi al suo medico di base.
Qual è la procedura che si attiva?
In caso di sintomatologia importante (quale febbre elevata, mancanza di respiro e riduzione della saturazione arteriosa), se presente da più giorni si attiva il 112. Negli altri casi, quelli con sintomi minori, si attiva una sorveglianza telefonica quotidiana con il medico di medicina generale e con monitoraggio dei parametri respiratori e della febbre. Se dotati di DPI (Dispositivi di protezione individuale), infine, si può organizzare una visita a domicilio o in studio in orari dedicati.
Quali sono le terapie?
Bisogna distinguere le polmoniti da Covid e i casi paucisintomatici simil influenzali: per questi ultimi si utilizza una terapia con paracetamolo e sedativi della tosse. I casi più gravi, invece, sono di pertinenza ospedaliera.
Come avviene la sanificazione dei locali? È efficace?
È efficace se viene fatta in maniera corretta e vengono di solito utilizzati disinfettanti a base di ipoclorito di sodio. Tuttavia, ci sono dei dubbi su chi debba attivarla.
Ci sono delle best practice nella vita di tutti i giorni che si sente di consigliare?
Alle persone che sono in quarantena i consigli sono quelli di lavarsi spesso le mani, di usare mascherine, di usare locali solo per loro, di disinfettare gli oggetti con alcol e amuchina e di misurare la temperatura due volte al giorno. Per gli altri, l’igiene delle mani e l’uso delle mascherine è di fondamentale importanza.
Com’è la situazione in nel Municipio Nove?
Qui ci sono stati alcuni focolai nella zona di Niguarda, in particolare tra via Arganini e via della Pila, con parecchia gente ricoverata (e alcuni decessi, ndr). A Milano non c’è una situazione drammatica ma c’è tanta patologia sommersa con sindromi simil influenzali che vanno monitorate.
Qual è la sua posizione in tutta questa faccenda?
Personalmente mi piacerebbe essere più attivo e potere andare a visitare i miei pazienti quando ne hanno bisogno, ma senza i dispositivi è difficile poterlo fare. L’AST, a suo tempo, ci aveva fornito una decina di mascherine chirurgiche e un pacco di guanti monouso; poi, dopo l’intervento del sindaco Sala, sono arrivate anche le mascherine ffp2 e il gel per le mani, ma noi per primi ci siamo dovuti attivare per reperire camici monouso, sovra scarpe, mascherine ffp3 e tute protettive. Di certo, oltre alla dotazione dei dispositivi, ci sono alcuni punti da risolvere, quali quello dei temponi (specie sui paucisintomatici) e l’attuazione di serie procedure di isolamento: se il paziente non può stare in casa bisogna trovare strutture che siano adibite unicamente all’isolamento.