CORONAVIRUS/AGGIORNAMENTIO 28 marzo – Bicocca, un ventilatore meccanico “fai da te” per la terapia intensiva

Un ventilatore meccanico replicabile rapidamente e su larga scala. È l’obiettivo di un progetto di ricerca che coinvolge più di venti centri scientifici internazionali compresa l’Università Bicocca. Ce ne Giuseppe Gorini, direttore del dipartimento di Fisica “Giuseppe Occhialini”.
aggiornamento coronaviProfessor Gorini, qual è la novità del progetto?
Realizzare un respiratore artificiale con componenti meccanici ed elettronici facilmente reperibili sul mercato. Un modello semplificato ma con una buona affidabilità, adatto all’uso in questo momento di crisi pandemica. E riproducibile industrialmente in ogni parte del mondo.
In che fase siamo?
Il prototipo è pronto e ha superato la prima messa in prova.
Qual è l’apporto del nostro Ateneo?
Ho saputo del progetto pochi giorni fa e ci siamo messi a disposizione, coinvolgendo anche la ditta di elettronica Nuclear Instruments con cui collaboriamo da tempo. Il progetto è promosso da Cristiano Galbiati (professore a Princeton University e GSSI), che attualmente è bloccato a Milano presso la sua famiglia come tutti noi. Galbiati ha dapprima coinvolto scienziati e ingegneri di tutto il mondo, compreso il professor Arthur McDonald, premio Nobel per la Fisica 2015. La collaborazione si è successivamente ampliata. Il nostro contributo è di supporto tecnico ma non solo. Io mi sto occupando degli aspetti autorizzativi con il sostegno di Regione Lombardia, per accelerare i tempi in vista dell’utilizzo del respiratore artificiale in Italia. Il nostro ricercatore Federico Nati da ieri sta lavorando con Cristiano Galbiati alla messa a punto del dispositivo presso la ditta Elemaster di Lomagna (Lc). E domani (domenica 29 marzo, ndr) il prototipo sarà testato sul simulatore di respirazione nei laboratori diretti dal professor Giuseppe Foti del dipartimento di Medicina dell’Università Bicocca, all’ospedale San Gerardo, con l’aiuto degli stessi straordinari anestesisti impegnati in prima linea nei reparti di terapia intensiva.
Tempi?
Il dispositivo sarà pronto in poche settimane, se riusciamo entro Pasqua. Lavoriamo a ritmi serrati perché di respiratori artificiali le terapie intensive degli ospedali lombardi e non solo hanno estremo bisogno. Per salvare vite.