Il Fioretto di Zorro: Dal rosso al bianco?

Milano, con il suo milione e mezzo di residenti e un altro milione di di pendolari quotidiani, per quasi tutto aprile se l’è cavata abbastanza bene, rispetto alle previsioni più drammatiche, nel rintuzzare l’assalto del Coronavirus. Eppure, come si sa, alla fine l’epidemia ha cominciato a crescere in tutta la città e soprattutto nei nostri quartieri, nonostante l’efficienza dell’ospedale Niguarda e la presenza attiva di una estesa rete creata dal Comune e dal volontariato locale per i servizi assistenziali e l’aiuto alle famiglie e agli anziani soli. E così – come si può vedere nella cartina sulla mappa dei contagi a Milano – il Coronavirus ha colpito anche e soprattutto Niguarda, Bicocca, Pratocentenaro, Affori e Bruzzano facendole diventare le zone più”rosse” della città. Questo perché – nell’assenza completa da parte della Regione di uno straccio di assistenza sanitaria sul territorio – tali quartieri si sono ritrovati accerchiati dal virus. Da una parte sono difatti confinanti con il territorio di Bresso, dove nel frattempo si era scatenato il primo, importante focolaio dell’area milanese con 300 contagi su 26 mila abitanti. E dall’altra perchè sono zone limitrofe anche a Quarto Oggiaro e Crescenzago, e a De Angeli e Baggio, aree collegate tra loro dalla strada dove si trova il Pio Albergo Trivulzio, la residenza per anziani al centro di un’inchiesta per i tantissimi decessi fra i suoi ospiti dovuti all’infezione galoppante da Coronavirus. Questa la situazione alla fine della Fase 1. Speriamo che la Fase 2 ci tinga se non proprio di bianco almeno di rosa. L’ìmportante è non dar confidenza al virus, prendendone le debite distanze. Almeno di un metro.