Il punto sugli esami di terza media e di maturità. E sul nuovo anno scolastico

Come era ormai chiaro da settimane, l’esame di terza media si farà, ma  online. Ecco le parole del ministro Azzolina durante la conferenza stampa del 16 maggio: gli studenti dovranno scrivere un elaborato e discuterlo online. Le scuole hanno chiesto di far svolgere la presentazione online dopo la fine dell’anno scolastico e il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha accolto la loro richiesta: si potrà fare fino al 30 giugno.
Per gli esamidi maturità, quest’anno sono state eliminate le prove scritte e si farà solo un maxi orale del valore di 40 punti che si terrà in presenza e che durerà circa un’ora, davanti alle commissioni composte da sei docenti interni e da un presidente esterno, come disposto dall’Ordinanza Ministeriale del 18 aprile. Il maxi colloquio sarà suddiviso in 5 fasi: 1) Discussione dell’elaborato nelle materie d’indirizzo. Ogni commissione assegna un argomento ai candidati  entro il primo giugno; gli studenti dovranno poi inviare l’elaborato ai docenti entro il 13 giugno. 2) Analisi di un testo di un argomento di letteratura italiana già affrontato durante il quinto anno. 3) Discussione multidisciplinare di un argomento assegnato dalla commissione. 4) Presentazione esperienze PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, ex Progetto Alternanza Scuola-Lavoro) tramite relazione o presentazione multimediale. 5) Domande relative alle attività di Cittadinanza e Costituzione. L’orale comincerà il 17 giugno, data precedentemente individuata dal MIUR per la prima prova. L’idea è di non esaminare più di cinque studenti al giorno e di scaglionare al massimo i colloqui. Al momento il MIUR ha fatto sapere che l’orale di maturità non subirà stravolgimenti e che il voto massimo assegnabile alla prova è pari a 40 punti. Il punteggio dell’orale si sommerà ai crediti del triennio, che quest’anno valgono massimo 60 punti, così suddivisi: da 11 a 18 punti per la classe terza; da 12 a 20 per la classe quarta; da 8 a 22 per la quinta.
Ultimo giorno di scuola: la data è differente nelle varie regioni, si parte il 6 giugno e si arriva al 12. Nella speranza che la curva epidemiologica da Covid 19 sia incoraggiante, la speranza del viceministro Anna Ascani è quella di poter avere a scuola gli studenti dell’ultima classe di ciascun ciclo scolastico. “Vorrei dare la possibilità agli studenti delle ultime classi dei singoli cicli, la quinta elementare, la terza media, le quinte superiori, di potersi incontrare a scuola, in sicurezza ed in piccoli gruppi, se possibile anche nella loro aula, per celebrare l’ultimo giorno dell’Anno scolastico 2019-2020. Se proprio non si potrà dare il via libera per un incontro a scuola, immaginiamo allora un museo: l’ultima visita di istruzione nell’anno in cui gite e mostre sono saltate per l’emergenza. I comuni, rappresentati dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), la pensano come me”. Una priorità di cui si sta occupando il viceministro è poi quella della riapertura dei centri estivi, che dovranno rispettare determinate regole di sicurezza e distanziamento sociale. “Non parlerei di centri estivi” – specifica Anna Ascani – “poiché evocano partite a pallone e ammucchiate. Meglio dire servizi educativi, in spazi sicuri e con operatori specializzati”. L’anno scolastico inizierà già il 1° settembre in classe, per gli studenti delle scuole secondarie di II grado che dovranno recuperare le insufficienze di questo anno scolastico così travagliato a causa dell’emergenza sanitaria. Si prevede un inizio dell’anno scolastico 2020/2021 in classe. “L’anno deve partire in presenza, in modalità quasi esclusiva” dice il sottosegretario Anna Ascani. “Si possono immaginare lezioni a distanza solo per gli studenti delle superiori.” Per assicurare le misure di distanziamento sociale imposte dall’emergenza sanitaria, si pensa di suddividere le classi dei più piccoli in gruppi: “quando il primo fa matematica, il secondo sarà nel laboratorio d’arte o impegnato nello sport. Dobbiamo ampliare l’offerta”. Per gli studenti delle scuole superiori il rientro sarà subordinato al recupero delle insufficienze assegnate nella valutazione finale dell’anno scolastico 2019/20. Poi la data di inizio per tutti, ancora non stabilita, è da concordare con le regioni. In ogni caso, ci saranno tanti problemi da affrontare: dalla sicurezza, all’ampliamento dell’offerta formativa, al ripensamento della didattica, ai docenti in più che serviranno, ai nuovi spazi da individuare. Serviranno mesi di lavoro intensi in cui si spera non ci sia una recrudescenza dell’emergenza sanitaria, ma che potranno essere l’occasione per dare un volto nuovo alla scuola.