Viaggio in Iran, tra rivoluzione e costruzione della democrazia
No, non stiamo parlando solo di donne e hijab ma di libertà, diritti e democrazia per tutte e tutti e sí, l’Occidente deve prendere una posizione netta contro i personaggi legati al regime, riconoscendo (e sostenendo) questo movimento come una vera e propria rivoluzione. Sono questi, sintetizzati al massimo, i punti su cui si batte il popolo iraniano, formalmente dallo scorso settembre 2022 ma, a ritroso nel tempo, ormai da diversi anni. Ne abbiamo parlato con Mona, donna iraniana che vive ormai da anni in Italia, a Milano, e che ci ha restituito una visione lucida (per quanto drammatica) di quello che sta succedendo nella sua terra natale.
Ciao Mona, ci parli un po’ di te? Chi sei? Da dove vieni? Qual è la tua storia?
Inizio con questa frase che ho scritto sul mio profilo circa 2 mesi fa: sono arrabbiata, piango molto, sono preoccupata, ho la speranza, sono disperata, sono fiera, sono una donna iraniana. Mi chiamo Mona e vivo in Italia da oltre 10 anni, vengo da Tehran. Inizialmente sono venuta per studiare, poi ho iniziato a lavorare e mi sono sposata. Il motivo per cui sono uscita dall’Iran è principalmente perchè essere una donna in generale è difficile, essere una donna in Iran è ancora più difficile, con tutte le limitazioni che c’erano e ci sono ancora (anche se spero per poco).
Ci inquadri la situazione politica ma soprattutto sociale che sta vivendo l’Iran in questo momento (più o meno dall’uccisione di Mahsa Amini “Jina” per mano della polizia iraniana, che per tutto l’occidente ha segnato un punto di non ritorno)?
Il 17 settembre scorso Masha Amini è stata uccisa dalla polizia morale iraniana per non avere rispettato il dress code del regime, rappresentato dall’hijab: quanto avvenuto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da quel momento è infatti iniziata una costante protesta che ha coinvolto tutti gli strati sociali del Paese a favore della libertà di espressione delle donne iraniane, ma non solo: le proteste partono oggi dalle donne ma coinvolgono tutte e tutti, anche gli uomini. La reazione da parte del regime Islamico è stata ed e tutt’ora brutale, tutt’altro che democratica. Ti riporto qualche numero: oltre 16.000 arresti in piazze, strade e proprietà private senza alcun mandato; 410 manifestanti uccisi, di cui 58 minori (Fonte: HRANA, agenzia attivista per i diritti umani); Il 12 novembre, 227 membri del parlamento iraniano hanno chiesto alla magistratura di emettere condanne a morte per le persone arrestate. Vanno aggiunti stupri, violenze e altre azioni aberranti, disumane, da parte di forze dell’ordine, le quali pare vengano addirittura drogate per poter agire con tale violenza.
In questo scenario drammatico, quali pensi che possano essere le prospettive per il popolo iraniano?
Pensi davvero che si stia andando nella direzione della liberazione? Non è facile rispondere a questa domanda poichè non sono un’attivista nè ho informazioni sufficienti a livello politico. Posso solo dire quello che sto osservando. Quando nel 2009 ci furono le prime proteste, quelle del movimento verde (che necessiterebbe di un’intervista a parte), il regime islamico riuscí a distruggere il valore politico della religione; oggi, nelle proteste del 2022, vera e propria rivoluzione, il regime è riuscito a distruggere anche il valore sociale della religione, motivo per cui vedo un cambiamento significativo nell’atteggiamento di manifestanti. Considera che la società iraniana è una società giovane, con il 70% della popolazione sotto i 40 anni, che vuole costruire un futuro migliore nel proprio Paese per non emigrare più, come invece è successo a me. Oggi si chiede un cambiamento radicale: no al regime islamico, una vera democrazia laica per donne e uomini, una rivoluzione in cui le donne siano in prima fila (e non è un caso che lo slogan della rivoluzione sia DONNA VITA LIBERTÀ). Penso e mi auguro che questa volta sia la volta buona per riuscire a cambiare davvero qualcosa.
Come possiamo, noi italiani, dare una mano alla causa del popolo iraniano?
Trattandosi di una rivoluzione moderna, il ruolo di internet è fondamentale per aiutarci a far conoscere le notizie in tempo reale e farci sentire al mondo, su tutte le piattaforme. Chiedo gentilmente a tutti i giornalisti, i personaggi politici e a chi può avere una certa influenza sull’opinione pubblica di essere la nostra voce e parlare di noi il più possibile, informandosi da fonti affidabili che sono veramente la voce del popolo iraniano (personaggi come Nazanin Boniadi, Masih Alinejad, Hamed Esmaeilion, notiziari come Iran international e Man o to). Inoltre l’Occidente, nei confronti del regime islamico iraniano, deve fare esattamente quello che ha fatto con la Russia: sanzionarli tutti, non farli entrare, sospendere qualsiasi tipo di colloquio e bloccare i loro conti e beni.
C’è un appello che vuoi lanciare dalle pagine del nostro giornale?
Parliamone, indigniamoci e chiediamo di coinvolgere le istituzioni affinchè prendano una posizione in merito. Per farlo, si possono firmare le petizioni (come quella rivolta al gruppo delle Nazioni del G7 lanciata da Hamed Esmaeilion) o partecipare a manifestazioni come quella dello scorso 26 novembre a Milano. Bisognerebbe informarsi più approfonditamente per capire meglio cosa è l’Iran, chi sono gli Iraniani, qual è la loro storia e comprendere perchè la gente di ogni età sacrifica la propria vita per ottenere un cambiamento.