Siamo già nel nuovo anno

Abbiamo salutato il 2022, un altro di quegli anni che proprio non meritano di essere ricordati! Forse esagero! Mi piace però sapere, come un segno positivo, che il 2023 si apre con il profumo intenso del Calicanto. Passando ai piedi della Collina, non si può non associare l’apertura di quei fiori all’apertura del nuovo anno. Eppure quel profumo, così in anticipo… Come dicevamo recentemente, siamo entrati nell’inverno in punta di piedi, senza quasi sentire il suo freddo ed ora guardiamo come già si stanno allungando le giornate. È solo il calendario, quello legato al sole, che rimane eguale perché, come già osservato, la Natura ci segnala ogni giorno che le cose non vanno bene. Ad esempio ci fornisce un segnale attraverso le migrazioni degli uccelli: quando queste sono alterate, rispetto al passato, significa che sono in atto dei notevoli cambiamenti che noi non riusciamo a percepire bene, ma gli uccelli sì. Questo, nel nostro Parco Nord, lo abbiamo osservato in modo evidente, pur senza saperlo tradurre in spiegazioni chiare. Sappiamo dei ghiacciai che si sciolgono, delle bombe d’acqua, dei laghi che si svuotano, della siccità che brucia i raccolti, che riesce a seccare persino delle querce vigorose nel nostro Parco, cosa che fino a qualche anno fa ci sarebbe sembrata inaudita. Sappiamo tutte queste altre cose, ma non siamo in grado di fermarle o di modificarle. Quel senso d’impotenza, specialmente per certe decisioni prese a livello mondiale da “chi può”, crea un fastidio terribile che va ad aggiungersi a quello prodotto dal taglio indiscriminato delle foreste sudamericane per far posto a coltivazioni redditizie sempre a favore di “chi può”. Forse esco troppo dalla Zona Nove, ma gli effetti di quanto sopra gravano e graveranno pesantemente anche qui.