Una terza via di vivere a Milano: la proprietà indivisa

Silvia, 53 anni, milanese e da 12 mesi residente in un alloggio di Abitare Società Cooperativa e vi racconto una storia cooperativa. Lavoro da quando ho 26 anni nel Terzo Settore e percepisco uno stipendio medio; appartengo a quella che i sociologi, da qualche anno, chiamano la “fascia grigia” della popolazione, il cosiddetto ceto medio. Qualche anno fa mi separai e, in poco tempo, mi accorsi che il tema “casa” sarebbe stato un problema. La casa, infatti, divenne IL PROBLEMA. A volte penso che Milano, città che amo moltissimo, sia davvero al bivio tra le continue ed incessanti opportunità che offre e l’innalzamento delle disuguaglianze nell’accesso alle risorse comuni e la “questione casa” rappresenta un tema spartiacque. Basta citare un titolo di questi giorni di un quotidiano nazionale: “Casa, miraggio per redditi medi. La scelta: lasciare Milano o un “buco” di 18 mq in periferia”. Ed è proprio cosi e lo è da tempo. La soluzione? Per molti è quella di andare a vivere nell’hinterland, ove però i prezzi delle case in vendita e in affitto stanno iniziando a salire a causa dell’aumento della domanda. Ho ragionato a lungo sul da farsi, scegliendo la via più semplice: una casa in affitto. La ricerca è durata poco, il tempo necessario per capire che i costi dell’affitto sul libero mercato milanese erano per me proibitivi. Tanto vale comprare e pagare le rate del mutuo, pensai, ma anche sul versante acquisto i costi erano alti, troppo alti. Nella mia testa qualcosa non tornava: comprare casa in una città che da anni ha fatto del business immobiliare uno dei principali asset del proprio sviluppo, è cosa ardua e complessa se non impossibile. Non solo Milano, l’Italia intera. Secondo gli ultimi dati Istat nel 2021 in Italia il 70,8% vive in una casa di proprietà e solo il 20,5% in affitto. Siamo un paese di piccoli e grandi proprietari immobiliari. Penso ai miei 53 anni, cosa potrebbe significare fare un mutuo? Cos’altro potrei fare di bello con quei soldi? E poi i chiari di luna della finanza internazionale, lo spread che sale e scende: qualcosa non torna. Possibile che a Milano, non ci sia la possibilità di “case in affitto” senza doversi svenare alla fine di ogni mese? Un caro amico mi suggerisce una terza via: le Cooperative di Abitanti a proprietà indivisa. Ne avevo sentito parlare per lavoro, ma non avevo mai approfondito. Scopro così che esiste un’altra possibilità: alloggi assegnati attraverso un contratto di godimento ai Soci senza che venga trasferita la proprietà, che rimane invece in capo alla Cooperativa stessa. L’utilizzo dell’alloggio è individuale (o a nucleo famigliare) mentre la proprietà non è individuale ma collettiva. Insomma cose di altri tempi o forse no. Che diamine siamo pure nel tempo dello sharing! Mi incuriosisce la storia e la vado a cercare. Il movimento cooperativo nasce a fine 800, anni della rivoluzione industriale, quando le persone defluivano verso le città ove si sviluppavano le industrie. Nacquero così le prime Cooperative: forme di risposta collettiva a bisogni economici e sociali individuali. Con sempre più convinzione, divento Socia e a novembre 2021 assegnataria di un alloggio. La grande sorpresa sono i costi di godimento: Brivido! Allora si può! A Milano si può godere di una casa a prezzo basso o meglio mi piace pensare che sia un prezzo GIUSTO! La casa si trova a Dergano, un’amica abita qui da anni e me ne ha sempre parlato con entusiasmo, ma per me è un bel cambiamento. Ho abitato in Porta Romana e sono nata e cresciuta in zona Fiera, sono a mia volta vittima dei processi di gentrificazione della città. Di Dergano mi innamoro in poco tempo. A novembre 2011 trasloco presso la Cooperativa e sul contratto di assegnazione mi colpisce la scritta: “a tempo indeterminato”, una cosa non ricorrente. Inizio subito ad entrare in contatto con la comunità Cooperativa e i suoi servizi. Scopro le bacheche: quelle cartacee e quelle elettroniche, che sono accessibili anche da telefono o PC. Questo strumento di comunicazione è stato per me una novità fondamentale. Trovi informazioni su Milano e tutte le comunicazioni della Cooperativa: iniziative culturali e aggregative e servizi utili alla quotidianità. Quando si dice “la comunicazione a servizio dell’abitante”! Abitare Cooperativa offre una casa, ma c’è poi molto altro! Leggo di un corso di pianoforte. Durante il lockdown ho più volte pensato di riavvicinarmi al pianoforte ed ora ecco l’occasione. Scopro differenti servizi alla persona che vengono promossi (e finanziati) dalla Cooperativa ed io, che lavoro nel welfare da tanti anni, rimango colpita per la capillarità dell’offerta e per l’evidente investimento che Abitare fa per il benessere e la salute dei propri Soci. Poi ci sono le iniziative aggregative. Mi spiegano che la Cooperativa ha promosso la nascita di un’associazione culturale, “Insieme nei cotili”, e la Fondazione Abitiamo. Abitare Società Cooperativa ha ideato un Sistema vero e proprio che, a partire dalla casa, si occupa della vita dei propri Soci e di quella del territorio ove è presente. Non è ancora finita. La Cooperativa investe nell’efficientamento energetico del proprio patrimonio immobiliare per garantire uno sviluppo sostenibile e ridurre il proprio impatto ambientale e in un futuro prossimo la realizzazione di comunità energetiche. Sostenibilità in un contesto capace di mantenere un costo calmierato. Ma com’è possibile? Grazie a un modello d’impresa non orientato al profitto individuale, ma di natura cooperativa, mutualistica e sociale. Le sfide sono enormi e i bisogni legati all’abitare sono differenti. Penso alle trasformazioni sociali legate alla formazione e al lavoro, al senso di precarietà che caratterizza la nostra epoca, alle nuove domande sull’abitare (dettate da giovani, persone sole e constante invecchiamento della popolazione) e a un mondo globalizzato, che necessita di risposte flessibili e meno sedentarie. Anche la Abitare Società Cooperativa è chiamata a una trasformazione importante per continuare a rispondere ai bisogni della popolazione. C’è prima di tutto, però, una sfida culturale: si può nel 2022 parlare e praticare mutualismo, collaborazione e solidarietà tra le persone? Esiste una società collettiva che pratica cooperazione nonostante il monito dell’allora Primo Ministro inglese Margaret Thatcher quando nel 1987 affermò: “non esiste la società, esistono solo gli individui”? C’è ancora chi non ha rinunciato a quell’idea di società intesa come legame profondo tra le persone, di bisogno di interdipendenza reciproca e che si nutre di concetti come solidarietà, tolleranza, rispetto, oppure il prevalere di valori individualisti e basati sull’idea che ciascuno di noi basta a se stesso, è ormai un processo irreversibile? Possiamo competere con un libero mercato e un mercato immobiliare ormai senza controllo? Abitare Società Cooperativa non è il giardino dell’Eden, non è semplice gestire una comunità di più 6.000 Soci abitanti: la perfezione non esiste e non c’è organizzazione umana dove non vi sono vantaggi e svantaggi insieme. Nel caso del mio incontro con Abitare, i primi superano di gran lunga i secondi. Io sono di parte, ma la strada iniziata da un gruppo di cooperatori della Milano industriale più di un secolo fa è oggi più attuale che mai e vale assolutamente la pena percorrerla. Gli alloggi a proprietà indivisa di Abitare Società Cooperativa non sono né case popolari né housing sociale, ma rappresentano la terza via: quella che cercavo da molto tempo. Maggiori informazioni su www.abitare.coop