La parrocchia di San Martino saluta e ringrazia don Angelo Cavenago

L’8 ottobre la parrocchia di San Martino ha ufficialmente salutato don Angelo Cavenago, che fino alla fine dell’anno pastorale aveva ricoperto il ruolo di parroco. Don Angelo era arrivato nel quartiere nel 2006 per essere il coadiutore dell’oratorio di Piazza Belloveso. Se nei primi dieci anni il ruolo ricoperto lo ha portato a respirare quello che è il tradizionale clima dell’oratorio, vicino ai giovani e alle famiglie – rilanciando le vacanzine con le varie età della numerosa gioventù e i momenti di festività – dal 2016 le cose sono cambiate: diventando parroco, don Angelo, oltre ad aver incentivato una serie di iniziative per tutti, ha ridato luce alla parrocchia promuovendo diversi restauri, spiegando come “la prima visibilità è quella di un ambiente curato e accogliente: l’accoglienza dell’ambiente deve essere il riflesso dell’accoglienza spirituale della parrocchia”. Tutti i traguardi raggiunti dalla comunità, riguardo ai miglioramenti strutturali che alle numerose iniziative, hanno portato don Angelo a sentirsi benedetto “in primis dal Signore, poi dal numero di persone che hanno dato la loro disponibilità in questi anni e anche dalla disponibilità economica che la parrocchia ha avuto”.
In questi diciassette anni – che sembrano una vita intera, considerando l’elevato numero di ragazzi che sono nati e cresciuti in oratorio con lui come figura di riferimento – don Angelo ha fornito un’immagine chiara della sua persona; ma se, tra tutto, c’è una cosa chelui stesso vuole che costituisca il suo biglietto da visita, questa è il “far sentire accolte le persone senza discriminare nessuno, il che è possibile solo credendo e difendendo l’identità cristiana della parrocchia”.
Adesso il suo percorso spirituale e di vita va avanti lontano da Niguarda: dovrà gestire, sempre da parroco, le due parrocchie del comune di Caronno Pertusella, paese di diciottomila abitanti in provincia di Varese.
“Quando sono diventato parroco, ho scelto un passo del vangelo di Matteo che recita: “ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Il mio augurio a San Martino è questo: che ognuno diventi sempre più discepolo, non si sta per sé stessi ma per il Signore”. Allora San Martino – ma penso di poter dire il quartiere tutto – lo ringrazia e lo saluta, augurandogli un buon proseguo di cammino, grati che le strade si siano incrociate per così tanto tempo e certi che tutto ciò che ha fatto e ciò di cui si è fatto portatore rimarrà. A cura di Manuele Nozza